474 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IX. spagnuolo del principe di Galles, inviò nel 1621 a questo scopo nella Città Eterna il prete Giovanni Bennett.1 La morte di Paolo Y impedì il disbrigo dell’affare. Un avvenimento importante per la chiesa britannica fu il ritorno dei Benedettini nel paese che è debitore al loro Ordina della prima introduzione del Cristianesimo. Alcuni inglesi di nascita, per lo più allievi dei seminari missionari inglesi, erano entrati in vari chiostri benedettini. Un decreto dell’inquisizione in data 5 dicembre 1602 accolse la domanda di inviare alcuni di questi, che avevano studiato a Salamanca, come missionari in Inghilterra. Ne seguì una grande affluenza ai monasteri benedettini spagnuoli, così dall’Inghilterra come particolarmente dal seminario di Valladolid diretto dai Gesuiti, fra i cui alunni, in seguito ad agitazioni interne, non meno di 25 avevano cercato nel 1603 di essere ammessi fra i Benedettini.2 Le discordie seguitene fra i due Ordini furono eliminate da un decreto dell’inquisizione in data 10 dicembre 1608 .3 Era ancora vivente allora un membro dell’antichissima abbazia di Westminster, ristabilita sotto Maria la Cattolica, di nome Sigbert Buckley, il quale a causa della fede aveva languito in carcere 40 anni. A lui vennero sottoposti nel 1607, con posteriore approvazione di Paolo V, alcuni monaci inglesi della Congregazione cassinese; a questi passarono attraverso il Buckley ( yfe 1610) tutti i diritti della ex-abbazia di Westminster, cosicché fu ristabilito il pieno collegamento con i Benedettini della vecchia Inghilterra. Paolo Y confermò nel 1612 la riunione dei Benedettini inglesi provenienti dalle provincie spagnuola e italiana, e il 23 agosto 1619 la Congregazione missionaria inglese, che era stata decisa in una consulta tenuta a Parigi sotto la presidenza del nunzio Bentivoglio. Nel 1615 si contavano 70 inglesi appartenenti alla Congregazione spagnuola, e 12 appartenenti alla Congregazione cassinese; molti eccellenti pastori di anime provennero da esse, 1 Bellesheim Schottland II 246; Lingard IX 200, 400 nota F. 2 Camm in The Month XCII (1898) 374. 3 Riprodotto in The English Hist. lievìew IV (1889) 737 s. Sulla contesa vedi Camm. loc. cit. 364-377; Pollen ivi XCIV (1899) 233-248, 348-365; Law in The Engl. Hist. lìev. loc. cit. 730-738; Laemmer, Melet. 278. Cfr. nelle * Lettres et Mémoires du card. Givry alcune lettere di Benedettini a lui dirette: il priore e il monastero di Douai lo pregano in data 10 giugno 1607 di prendere il loro monastero sotto la sua protezione (p. 107); il 28 agosto 1607 essi fanno delle proposte per la pacificazione della contesa (p. 156 s.); lettere del benedettino inglese Anseimo sulla contesa, Roma 1609 gennaio 25 e seguenti (ivi p. 333 s.); lettera del priore di Douai del 23 febbraio 1609, Ood. 219 della Biblioteca civica di Metz. Cfr. Clem. Reyner, Apostolatus Benedictìnorum »# Anglta, Douai 1926, 242 ss. e Appendice documentaria 1-40.