626 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XII. Appare degno di rilievo, che le cariatidi femminili1 nei due sepolcri sono vestite: prova, che l’editto, emesso nel 1603 da Paolo A quale cardinal-vicario, per l’applicazione delle rigorose prescrizioni tridentine circa rappresentazioni figurative nelle chiese, era in vigore; esso del resto fu novamente intimato nel 1610 e nel 1619.2 La decorazione marmorea della cappella, la quale è chiusa da, uno splendido cancello in bronzo dorato,3 fu completata nel soffitto con pitture e stucchi dorati; in questi uno scolaro di Prospero Bresciano, il milanese Ambrogio Bonvicino, Cristoforo e Francesco Stati e Prospero Ferrucci4 hanno fatto opera eccellente.5 Le pitture si riferiscono tutte alla Madre di Dio; il loro valore artistico è assai differente.6 I più deboli sono gli affreschi della cupola, ove Lodovico Cigoli rappresentò il trionfo di Maria in cielo.7 Molto migliori sono gli affreschi dell’Arpino; i quattro profeti, Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, con cui egli decorò i pennacchi della cupola, si distinguono per serietà e grandiosità. Anche l’affresco nel lunettone sopra l’altare, che si riferisce a Gregorio il Taumaturgo, è opera eccellente.8 E tuttavia, quale distanza dagli affreschi di Guido Eeni, che lo stesso D’Ai’pino avrebbe chiamato a Roma per contrappeso all’indirizzo naturalistico del Caravaggio!9 Nella lunetta di destra, divisa dalla finestra, sopra il monumento di Clemente Vili Guido Reni celebrò due miracoli: san Giovanni Damasceno 10 cui è restituita da un angelo, per interces- 1 Cfr. Sobotka, P. Bernini, in L'Arte XII (1909) 417, e Muñoz, La scultura barocca a Boma. Vedi: Ije Tombe Papali, Milano 1918, 6. 2 * Editto del card. vie. gen. Millini del 24 agosto 1619, Bandi V 7, p. 6, Archivio segreto pontificio. Gli Avvisi (Orbaan, Documenti 181) ricordano anche una rinnovazione dell’editto nel 1610. Un quadro non conveniente del Caravaggio fu rimosso da S. Pietro e donato al cardinal Borghese; vedi Venturi, Cat. d. Gali. Borghese, 106. 3 Riproduzione in Jozzi, Storia di S. Maria Maggiore, Roma 1904, tav. 9-10. 4 Vedi Ricci, Architettura barocca 67. 5 Vedi Baglione 171. 6 II programma delle pitture, compilato evidentemente da teologi, fra i quali verosimilmente Andrea Vittorelli (cfr., il suo scritto citato sopra p.624 n. 2, dedicato a Paolo V) e il Baronio (vedi Calen zio 993 ss.), risulta dalle iscrizioni, le quali sono riprodotte nelle descrizioni citate sopra p. 624 n. 2. Un Avviso del 15 gennaio 1611 (in Orbaan, Documenti 183-184) riferisce, che Paolo V ha assunto per affrescare la Cappella Paolina, D’Arpino, Baglione, Cigoli e Giov. Alberti. Ma già nel settembre 1610 si può rilevare un pagamento non solo per il Cigoli, ma anche per G. Reni; vedi Bertolotti, Art. Bolognesi 141. 7 Vedi Baglione 154. Pagamento al Cigoli nel 1610 in Bertolotti loc. cit. 141; ivi anche per G. Reni. 8 Vedi Voss II 586. Cfr. Thieme VI 310. 9 Cfr. il giudizio di Mancini, Viaggio, ed. Schudt 77. 10 Non Giovanni Crisostomo, come dice il v. Bòhn (G. Beni 66).