3oi nella stretta del finale del primo atto; in un coro e nella preghiera del secondo ed altrove. Ma nessun’ arte si giova degli estrinseci mezzi quanto la musica, ed il maestro va forse in parte debitore di questi applausi, al valor dei cantanti da cui fu cosi ben secondato. La Favelli prima donna soprano non ha che un solo svantaggio; ella manca sin qui di buona pronunzia e d’ uno schietto sillabare, per cui si renderebbe difficile che altri comprendesse le sue parole senza l'amico soccorso del libro. benché nuova per queste scene, ella non ci giunse ignota del tutto: la fama da lei acquistatasi su quelle di Milano e di Trieste l’aveva già fra noi preceduta; e la faina, che non suole sempre narrare il vero, non ebbe questa volta mentito. La Favelli è piaciuta al nostro pubblico, com’ era piaciuta ai Milanesi ed ai Triestini. E di vero alla più leggiadra ed avvenente persona ella unisce una voce, la quale se non è molle affatto e rotonda ha certo tutta la freschezza e la forza della gioventù. Estese sono le sue corde, bonissima la sua maniera, significativo il suo canto: ella ha dinanzi a sé un gran paragone nella Bassi, ed è ben glorioso per lei il non rimaner sopraffatta da cotanto splendore. E ben vero che nel presente spartito non fa pompa d’ogni musicale ricchezza e che qualche co-