Il piano di demolizione del vecchio S. Pietro. 607 (f il 7 gennaio 1623), nn uomo fornito di grandissima comprensione per il passato e di ampia scienza della materia, il quale inventariò esattissimamente i monumenti destinati alla distruzione e ne conservò l’immagine con disegni accurati.1 Il piano della demolizione, come fu stabilito dall’Opera della basilica, verosimilmente sotto la direzione del Maderno, abbracciò tre compiti: l’apertura dei sepolcri dei papi e degli altri monumenti sepolcrali e dei luoghi ove conservavansi sacre reliquie, e il trasporto del loro contenuto; quindi la demolizione propriamente detta, nella quale dovevano evitarsi catastrofi, infine la messa in sicuro di tutti gli oggetti che, o dovevano esser trasportati per motivi di pietà nella chiesa sotterranea, le cosidette Grotte vaticane, o dovevano essere adoperati in qualsiasi forma nella nuova costruzione.2 Decisa la demolizione, cominciarono subito i lavori.3 Il 28 settembre il card. Pallotta trasportò in processione solenne, accompagnato da tutto il clero della basilica, il SS. Sacramento nell’edificio nuovo, e precisamente nella Cappella Gregoriana. Si cominciò adesso col dissacrare, seguendo le cerimonie prescritte, l’altare degli Apostoli Simone e Giuda e trasportar le reliquie nella nuova chiesa; segui immediatamente la demolizione. L’11 ottobre fu aperto il sepolcro di Bonifacio Vili, il 20 ottobre presso l’altare adiacente la tomba di Bonifacio IV. Il giorno seguente si trassero fuori i corpi dei santi Processo e Martiniano. Il 30 ottobre Paolo V visitò i lavori di demolizione degli altari e ordinò la costruzione di 1 Le * annotazioni del Grimaldi, purtroppo non ancora pubblicate interamente, le quali sono una fonte capitale per le indagini sulla storia della basilica sepolcrale del Principe degli Apostoli, furono passate in rassegna particolareggiata dal Müntz nella Bibl. de Rome 1 235 ss. e nei Mèi. d’archéol. Vili 119 ss., dal Kirsch nella Rom. Quartalschr. II 114 s. Ambedue ne conobbero i manoscritti seguenti: 1. Archivio della Chiesa di S. Pietro Cod. G. 13; 2. Biblioteca Vaticana, Barb. 2732 e 2733 (con molti schizzi colorati); 3. Biblioteca Corsini in Roma, Cod. 276 (copia). Si aggiunge a questi anche un * codice Grimaldi, prima nell’A rchivio segreto Vaticano, adesso nella Biblioteca vaticana, (vedi sopraapag. 604 n. 1). Alcune comunicazioni dal Grimaldi furono già fatte dal Bonanni (Numismata templi Vatic. 82 ss.), quindi particolarmente dal Müntz e dall’ Orba an ; esse però, come osserva giustamente il Kirsch, loc. cit., furono utilizzate solo scarsamente dagli storici recenti della chiesa di S. Pietro. Da queste fonti derivano evidentemente anche le indicazioni particolareggiate in Mignanti II 54 ss., sebbene questi non indichi nessuna fonte. Della raccolta preziosa di disegni del vecchio s. Pietro di Domenico Tasselli, munita di note del Grimaldi e compiuta sotto la sua direzione, nell’A rchivio di S. Pietro ha dato notizia per il primo il Grisar (Anal. I 484 ss.). 2 Vedi Orbaan, Abbruch 8. 3 Per quanto segue cfr. le accurate *annotazioni del Grimaldi loc. cit., e i calcoli e le notizie degli Avvisi pubblicate dall’Orbaan (Abbruch 33 s.).