42 Paolo V. 1605-1621. Capitolo II. istruzioni per i suoi inviati erano da lui limate e modificate sino all’ultimo.1 Molte lettere ai nunzi le ha concepite da sè.2 Ma, poiché egli voleva sbrigar tutto personalmente, e per giunta era assai meticoloso, coscieuzioso e circospetto in tutto il suo procedere e abborriva ogni precipitazione, ben presto tutto il mondo trovò a lamentarsi della sua leiitazza.3 Allorché pervennero all’orecchio del pontefice espressioni di tal sorta, questi osservò che non c’era da meravigliarsi se egli non cominciava subito con grandi cambiamenti alla pari di altri pontefici, perchè quelli avevano avuto il tempo di farsi in precedenza un piano di governo, mentre egli era stato elevato alla cattedra di Pietro senza aspettarselo, e gli si doveva lasciar tempo a riflettere.4 Date queste circostanze non può sorprendere che sia mancata la promulgazione di numerose grazie abituale nelle altre elevazioni al trono. Il pontefice opinava che in simili concessioni potevano essere chieste ed accordate anche cose ingiuste; dover egli procedere con la più rigorosa coscienziosità e considerare maturamente quel che fosse possibile accordare.5 Nonostante tutta la parsimonia di parola e la maestosità dignitosa ch’erano proprie a Paolo V, i contemporanei esaltano l’affabilità e la pazienza da lui mostrate nelle udienze. Egli sapeva ottimamente compensare il suo nobile riserbo con l’affabilità mostrata nella conversazione. Già da cardinale aveva posseduto queste proprietà in così alto grado, che la sua cortesia era proverbiale.6 Egli ascoltava così di buona voglia relazioni o preghiere, che anche quelli che si trovavano impacciati, preudevano coraggio e si partivano coll’impressione che da un tale pontefice riuscisse facile otte- 1 * « Litimiti cernuutur Pauli manu appositae in exemplaribus mandato-rum, quae illius iussu tradebantur viris in externum aegocium proficiscentibus earumque loco reposita verba longe diversa a priore scripto et ab bis, quae Pontifex eoram iis egerat iam a se diinissis ». Pauli V P. M. Vita etc., Barò. 2670, p. 9b, Biblioteca Vaticana. 2 Vedi * Borghese I 582; cfr. ibid. XIJ55, Archivio segreto pontificio. 9 Cfr. la * re!azione di G-. B. Thesis del 21 maggio 1605, * quella di F. M. Vialardo del 4 giugno 1605 e la * lettera di Giulio del Carretto de] 22 ottobre 1605, tutte nell’ Archivio Gonzaga in Mantova. Vedi anche la relazione di Castiglione presso Stieve V 772, n. 2, gli * Avvisi del 25 maggio 1605 (scherzo di Pasquino), 15 giugno (il papa vuol sapere tutto), 8 22 giugno (nessuna precipitazione). Biblioteca Vaticana, e la * lettera di Pietro Federighi a Maffeo Barberiui del 31 maggio 1605. Barb. 4648, p. 290 s., ivi. * « Paolo V prima di far risolutione di cosa alcuna s’informava di quello se ne diceva in banchi », si legge nell’appunto nel Cocl. hisl. 181 (Folio), p. 45t>, della Biblioteca di Stuttgart. 4 Vedi * Avviso dell’11 giugno 1605, Biblioteca Vaticana. 5 Cfr. le * relazioni di G. Magni del 18 e 28 maggio 1605, Archivio Gonzaga in Mantova. 6 Vedi la relazione degli inviati veneziani per l’obbedieuza in Baròzzi-Berchet, Italia I 62.