98 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IV. 10 attrassero matematica ed ebraico, botanica e diritto canonico, storia ecclesiastica e civile, medicina e specialmente anatomia. Egli potè in tutte queste materie procacciarsi cognizioni notevoli grazie ad una memoria portentosa, che gli permetteva da piccolo di recitare trenta versi di Virgilio dopo averli uditi una volta sola. Una scienza sola non riuscì di suo gusto: egli odiava la scolastica.1 Se egli avesse avuta la costanza di dedicare interamente 11 suo acuto ingegno al ramo preferito, la nuova scienza della natura allora germogliante, forse egli si sarebbe conquistato un posto fra i pionieri su questo terreno; Galilei, Porta, Acquapendente parlano con alto riconoscimento delle sue capacità e cognizioni.2 Non potè tuttavia giovargli per una formazione veramente profonda e solida per la sua vita religiosa ch’egli, appena diciottenne, dopo una disputa trionfale, fosse chiamato come teologo alla corte di Mantova, ove gli toccò brillare innanzi ai visitatori con la sua abilità in disputare su tesi spesso veramente arri- s., Bruxelles 1863; Mutinelli III 43 ss; Arabella Giorgina Campbell Firenze 1875; A. Robertson, Fra P. Sarpi, thè greatest of thè Yenetians2, Londra 1894; Alessandro Pascolati, Milano 1893. Cfr. (Steccanella) nella Civ. Catt. 6 Serie Xi (1867), 53 ss., XII 649 ss.; Balan, Fra P. Sarpi, Venezia 1887; Gambino Rampolla, Fra P. Sarpi, Palermo, 1919. Estratti (lidie lettere del Sarpi in Pallavicini, Storia del Conc. Trid. I Pref., II Prefaz. Raccolte di esse lettere: Verona (cioè Ginevra) 1673; F. L. Polidori, 2 voli. Firenze 1863. Ne pubblicarono alcune il Magazin del Lebret I-IV (1771 ss.); Böhmer Magazin jiir Kirchenrecht 1787; Bianciii-Giovini (Capolago 1833 Lugano 1847); C. Oasuellani [Lettere a S. Coniarmi 1615, Venezia 1892); K. Benratii (Lipsia 1909; cfr. ili st. Zeitschr. Cll 566-573). L’autenticità delle lettere fu contestata (per espressioni eretiche e simili) da Giusto Nave, cioè G. Bergantonio (Paolo Sarpi giustificato 3 Colonia 1756), Bianchi-Giovini ed altri. Cfr. in contrario il Rein 177 ss. P. Sarpi, Scritti filosofici inediti, pubbl. da G. Papini, Lanciano 1910. 1 Rein 196. 2 Cfr. P. Cassani in Ateneo Veneto. Kiv. Scient. Ili (1882) 295. A. Heller (Geschichte der Physik, Stoccarda 1882, 390) lo nomina per mettere in dubbio ch’egli abbia inventato il termometro, ma gli ascrive « scoperte importanti » nell’anatomia. F. Rosenberger (Gesch. der Physik, Braunschweig 1882) non lo ricorda. Pogcendorf (Handwörterb. zur Gesch. der exakten Wissenseh.) lo ricorda (II, Lipsia 1863, 751) per dire ch’egli viene chiamato a torto uno degli inventori del termometro. Il Gurlt-Hjrsch (Lexikon der hervorragenden Aerzte V [1887J 180) ripete questo dato, e lo trova degno di menzione, perchè gli viene già ascritta (a torto) la conoscenza della circolazione del sangue, verosimilmente per il fatto, ch’egli conobbe le valvole delle vene. E. Gerland (Gesch. der Physik2, Monaco—Berlino 1913, 321, 376) lo menziona solo come toste per la scoperta delle leggi di gravità da parte di Galileo. Recentemente G. De Toni trattò dell’importanza del Sarpi per le scienze naturali ed esatte nell opera pubblicata dall'Ateneo I eneto in occasione del terzo centenario della morte del Servita: P. Sarpi ed i suoi tempi, Venezia 1923. Cfr. inoltre Wohlwill, Galilei 165-169; A. Favaro negli Atti del FI. Istituto Veneto di scienze ecc. 6 Serie I. Lettere del Sarpi al Galilei nelle Opere di Galilei, ed. Favaro X 91, 114, al Leehassier ivi 290. Galilei al Sarpi ivi XI 46.