472 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IX. successore di porre la corona imperiale sulla testa dell’infanta, ricca di pretendenti. Difatti sei mesi prima Filippo III aveva promesso la mano di sua figlia al futuro imperatore Ferdinando III.1 I ducati dell’infanta sembrarono definitivamente perduti per Giacomo I. Per quanto strette si fossero fatte le relazioni con Giacomo I durante il papato di Paolo Y, pure esse non esercitarono sulla condizione dei cattolici inglesi quell’influsso benefico che si poteva supporre e che di fatto in Spagna si supponeva.21 protestanti inglesi non volevano sentir parlare del matrimonio spagnuolo; la prospettiva di avere forse un principe ereditario cattolico accrebbe sempre più l’odio per i cattolici. E a quel modo che l’atteso matrimonio del principe ereditario con l’infanta di Spagna tenne tutto il paese in tensione, così il matrimonio già concluso della sua sorella maggiore col Conte palatino Federico fu una sorgente di agitazione continua. L’Inghilterra giubilò quando Federico ebbe accettata dalla mano degli insorti la corona reale di Boemia. « È meraviglioso», scrive una relazione inglese del 1619, « quali nuove speranze i torbidi di Boemia suscitano in tutti i cuori, e quanto altamente si apprezzi il Conte palatino in tutte le classi della popolazione. Egli vien riguardato come uno destinato all’annientameuto dei Papisti, al progresso dell’Evangelo e alla conquista di Boma. Queste millanterie sono nella bocca di nobili e di plebei, i ragazzi ne fanno canzoni, in ogni predica e conversazione si viene a parlarne. False relazioni degli eroismi del Principe elettore gettano olio sul fuoco. Così la pubblica opinione si predispone ogni giorno più contro i cattolici, e cresce il desiderio di opprimerli, come se fossero nemici del bene dello Stato ».3 Su spinta del Consiglio di Stato segreto le autorità locali tornarono alle violenze contro i cattolici. In particolare s’insistette di nuovo sul giuramento.4 Così contemporaneamente fu lecito ai protestanti giubilare, perchè i 1 Gardiner IV 189 s. Cfr. Cauchie-Maeke, Becueil 118. 3 Relazione annuale dei Gesuiti inglesi del 1619, in Foley V 987. Il prete Vincenzo Laurefici, che nel 1613 visitò l’Inghilterra (Archiv für EuUurgesch. I [1903] 412), trovò per verità presso i revisori doganali tolleranza verso i libri cattolici, che era possibile anche comprare dai librai, e riguardo presso gli albergatori per l’astinenza cattolica del venerdì e del sabato. Ma questo non prova ancora nessuna indulgenza governativa, e se anche nazionali frequentavano le funzioni cattoliche presso gl’inviati stranieri, ciò veniva concesso eccezionalmente per riguardo agli inviati. Del resto anche per i protestanti d’Inghilterra v’erano sotto Elisabetta tre giorni alla settimana di astinenza dalla carne (per favorire l’industria della pesca; vedi Frere 101); e per esempio nel novembre 1606 vennero arrestati quanti tornavano dalla messa presso l’inviato spagnuolo o belga. Cfr. Willaert nella Bev. d. hist. ecclés. Vili (1907) 82. 3 Relazione annuale in Foley V 987 s. 4 Ibid. 988, 989 s.