Il nunzio Bentivoglio e l’istruzione per lui. 349 I compiti che attendevano il nuovo nunzio alla corte francese sono riassunti così nella sua Istruzione: consolidamento di una buona intesa tra Francia e Spagna, cura per la nomina di buoni vescovi, promuovere la riforma cattolica mediante la convocazione di sinodi provinciali e diocesani ed altre misure; soppressione dell’appello per abuso di potere delle autorità ecclesiastiche al giudice civile, infine ostacolare la lotta letteraria contro la fede cattolica e contro 1’ autorità papale.1 L’Istruzione ammonisce il Bentivoglio di tenere un contegno amichevole il più possibile verso la Sorbona e perciò di appoggiare solo nascostamente il desiderio dei Gesuiti per l’apertura dell’insegnamento al loro collegio di Clermont in Parigi e di consigliare i Padri a procrastinare il disbrigo di questa faccenda, il cui compimento attirerebbe ora ad essi solo nuove inimicizie, fino alla maggiore età del re. Esortazioni di questo genere cadevano su terreno fecondo, dato il carattere prudente e moderato del Bentivoglio. Il nuovo nunzio formava sotto questo riguardo l’antitesi diretta dell’Ubal-dini, che era una natura di lottatore. Poiché anche a Eoma si volevano evitare conflitti al possibile, riuscì facile a Bentivoglio appianare mediante un compromesso il conflitto provocato proprio nel primo anno della sua nunziatura dal fallo dell’indegno vescovo di Boulogne, Claudio Dormy, coinvolto nella cospirazione del principe di Condé.2 Bentivoglio cercò di guadagnare con un trattamento amichevole Luigi Servin, indurato nelle sue opinioni gallicane;3 così pure approvò gli sforzi del Cardinal di Betz per condurre il Bicher su altre vie.4 La differenza dei caratteri ed altre circostanze avevano fatto sì che le relazioni del Bentivoglio con il confessore del re e fido 1 L’istruzione per Bentivoglio è nella Biblioteca Corsini in Roma, Cod. 468, p. 410 s. Tanto il Prat quanto il Perrens è da credere che avrebbero giudicato diversamente del Bentivogio se avessero conosciuto l’istruzione impartitagli. Già H. de l’Epinois, in Rev. d. guest, hist. XV (1874) 588, ha rilevato l’inadeguatezza del giudizio del Perrens su Bentivoglio. L’edizione delle relazioni della nunziatura di Francia dell’intelligentissimo Bentivoglio, così importanti per la storia intima della corte francese, pubblicata da L. Sca-Rabelli (Lettere diplom. di G. B., 2 voli., Torino 1852-1853), è stata fatta su di una copia della Biblioteca Municipale di Genova. Questa edizione, anche per altri rispetti difettosa, è divenuta antiquata dopo quella curata da L. de Steffani. La Nunziatura di Francia del card. G. B. Lettere a S. Borghese, tratte dagli originali, Firenze 1863. Questi sono nell’ A r -chivio dei conti Bentivoglio in Ferrara. Il De Steffani dà anche le istruzioni più importanti del Segretario di Stato. Le Lettere del Bentivoglio del tempo della sua nunziatura francese sono anche nel Barb. 5880-5888, Biblioteca Vaticana. 2 Vedi la relazione di Bentivoglio dell’11 aprile e le lettere di Borghese del 9 maggio e 25 luglio 1617; cfr. De Steffani, Nunziatura I, nn. 171, 304, 528. 3 Vedi la lettera di Bentivoglio del 5 luglio 1617, ivi n. 407. 4 Vedi lettere di Bentivoglio ibid. Il, nn. 678, 728, 831, 887.