610 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XII. lungamente si fece valere anche un altro motivo: sembraA7a una profanazione non comprendere nella nuova costruzione tutto il terreno coperto dall’antica basilica. Anche la tesi opposta, però, trovò zelanti sostenitori. Sono ancora conservati due estesi pareri di Gian Paolo Maggi e Paolo Eughesi, che combattono decisamente l’aggiunta di un braccio longitudinale. Gian Paolo Maggi fece valere a prò del mantenimento della costruzione a pianta centrale di Michelangelo soprattutto il fatto, che il grande maestro aveva in essa concepito qualcosa di si bello e sì completamente perfetto, che ogni cambiamento diminuiva, e anzi distruggeva, il valore artistico.1 Paolo Eughesi sostiene non meno caldamente il mantenimento della costruzione centrale di Michelangelo, ammirata da tutto il mondo come qualche cosa di unico. L’aggiunta di un braccio longitudinale costerebbe spese enormi, probabilmente la metà di quanto si era speso finora, impedirebbe la vista completa della cupola e distruggerebbe l’effetto di luce. Se qualche cosa si voleva aggiungere, si erigesse un atrio spazioso, mediante il quale si includerebbe anche il terreno consacrato dell’antica basilica. Ivi potrebbero tenersi le processioni, leggersi le Bolle di scomunica ed altri documenti importanti.2 Nessuno degli architetti chiamati a concorrere si pronunciò per l’abbandono della croce greca e lo sviluppo del quarto braccio di essa in croce latina così decisamente come Carlo Maderno. Solo in questo modo, egli rilevava, poteva salvarsi lo spazio sacro della antica basilica dall’essere sconsacrato con destinazioni profane, e solo così potevano essere creati quei locali, la cui mancanza era stata rilevata fin da principio dalla congregazione cardinalizia nel piano di Michelangelo, cioè un coro per i canonici, una sagrestia, un battistero, un atrio spazioso ed una loggia per impartire la benedizione.3 Data l’importanza delle solenni cerimonie religiose del pontefice quale capo supremo della Chiesa abbracciante tutti i popoli e tutti i paesi, la buona soluzione della questione dello spazio, mediante della letteratura scolastica, ved. Schlosser, Materialien zur Quellenkunde IV 36 e Wölfflin loc. cit. 311 s. 1 * Consideratione sopra la pianta di Giov. Paolo Maggi architetto fatta per la fabrica di S. Pietro in Vaticano et Sacro Palazzo, Barb. 4344, p. 18 s. Biblioteca Vaticana. Passi di essa in Ehrle, Roma al tempo di Urbano Vili, Roma 1915, 9 s. 2 La Consideratione di P. Rughesi è pubblicata completa in Cerratj 203 ss. Ivi 48, fig. 3 un piano, affine a questo parere, per il prolungamento di S. Pietro. Archivio capitolare della basilica. 3 Cfr. la lettera del Maderno a Paolo V del 30 maggio 1613 in Bonanni, Numismata templi Vatic. 104-105, in Bottari-Ticozzi, Leti. VI 44, e di nuovo in Orba an, Abbruch 125 s.