24 Paolo V. 1605-Ì621. Capitolo I. Il contegno di Aldobrandini durante il conclave di Leone XI aveva aumentato considerevolmente il numero dei suoi nemici: 21 di essi si unirono strettamente, tra questi 12 del partito di Montalto e 5 degli aderenti di Sfondrato. I Francesi e gli Spagnuoli occupavano una posizione particolare con 5 voti ognuno, come pure i Veneziani con 3 voti. Il partito di Aldobrandini contava 26 voti.1 Subito dopo la morte di Leone XI, ilnepote di Clemente Vili aveva cercato di avvicinarsi agli Spagnuoli. Egli era pronto ad unirsi a loro, qualora si fosse avverato il suo desiderio ardente, cioè l’innalzamento di un cardinale del suo partito. In un abboccamento coll’ambasciatore di Filippo III, Aldobrandini cercò di guadagnare gli Spagnuoli per la candidatura di Ginnasio, o pur anche di Za cebi a, Tosco o Blandrata; solo qualora questi incontrassero degli ostacoli insormontabili, si sarebbe dichiarato per Galli. Queste trattative si erano rivolte anzitutto contro Montalto, il quale aveva così poco corrisposto alle speranze degli Spagnuoli, e per il quale l’innalzamento di Galli sarebbe stato un colpo terribile. L’inviato mantovano riferisce al 30 aprile, che qualora le intenzioni di Aldobrandini dovessero fallire, allora Sauli avrebbe molte probabilità di riuscita.2 Il Cardinal Sauli aveva fama di esser un importante statista.® Egli riscuoteva una pensione da Filippo III 4 ed era rimarcatamente favorito dagli Spagnuoli. Anche il partito di Sfondrato, forte di 7 voti, si dichiarò per lui.5 Già durante il conclave di Clemente VITI i Francesi non erano stati avversi a questa combi- que se entro a 8 de Maio 1605 » scoperta da me nell’ Archivio della Ambasciata di Spagna in Roma (III 9), ma disgraziatamente in diverse parti molto lesa. Il racconto è rigorosamente cronologico e quasi sempre positivo. Tre conclavisti hanno descritto l’elezione di Paolo V; una di queste Relazioni si trova stampata nei Conclavi 347 s., le altre due sono nell’ Ar -c bivio segreto pontificio. Cfr. Bbuzzone in La Stampa, Torino 1900, settembre 3. Alle fonti nuove da me utilizzate per la prima volta, si aggiunge ancora una * Lettera di Federigo Cornaro del 21 maggio 1605 (Cod. C. 20 dell’ Archivio Boncompagni in Roma), alcune * Relazioni dall’ Archivio di Stato in Modena ed una * Lettera dettagliata di Pietro Federighi a Maffeo Barberini, arcivescovo di Nazaret, in data Roma 1605 maggio 31. L’originale Barb. 4648, p. 290-293, Biblioteca Vaticana; sul dorso si trova un’annotazione autografa di M. Barberini. 1 Vedi la * Lettera di P. Federighi del 31 maggio 1605, loc. cit., p. 290. Foresto dà dei numeri un poco diversi, nella * Relazione del 7 maggio(1605, A r-chivio Gonzaga in Mantova. 2 Vedi la * Relazione di G. C. Foresto del 30 aprile 1605, Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi Pakuta, Relazione 484. 4 Cfr. la * Relazione sul Collegio cardinalizio del 1606. Archivio dell’Ambasciata di Spagna in Roma. 6 Vedi la * Relazione di Foresto del 30 aprile 1605, loc. cit.