Vedute di Roma del tempo di Paolo V. 647 Fino a che punto questa città, su cui posa l’incanto dei secoli, portasse in quel tempo ancora quell’impronta, unica, profondamente commovente, ch’essa perdette solo nell’ottavo decennio del secolo xix, appare dalle vedute, piante della città e descrizioni contemporanee. Nelle vedute hanno una parte importante sopratutto le rovine dell’antichità. Gli artisti del Seicento le riprodussero con maggior realismo dei loro predecessori. Sono giustamente rinomate sotto questo rispetto le vedute di Alò Giovannoli, 146 fogli, che comparvero nel 1615-1619 insieme con una pianta della città. Sebbene eseguite rozzamente, esse, però, sono disegnate con gran precisione, e rappresentano un vero tesoro per la conoscenza dei monumenti romani al tempo di Paolo V.1 Segue ad esse la serie, comparsa nel 1618, d’incisioni in rame dei monumenti e rovine della Città Eterna del romano Giovanni Maggi, dedicata interamente alle antichità, ove se ne eccettuino le vedute di Castel S. Angelo, dell’isola Tiberina e di santo Stefano Rotondo.2 Questo artista pubblicò nello stesso anno anche una raccolta di vedute delle fontane più importanti di Roma.3 Sono, inoltre, dovuti a lui i grandiosi rami, in cui egli eternò nel 1612 la magnificenza del nuovo palazzo del Quirinale,4 nel 1615 quella di S. Pietro e del Vaticano.6 L’attività artistica di Paolo V suscitò la comparsa di monografìe speciali su santa Maria Maggiore 6 e S. Pietro.7 Essa spinse anche nel 1615 il servita Pietro Martire Felini a pubblicare il suo trattato sulle meraviglie della Città Eterna. Questo libro rappre- 1 Roma antica di Alò Giovannoli 10, 15-19. Cfr. Bartoli, Cento vedute di Roma antica, Firenze 1911, 31. 2 « Aedificiorum et ruinarum Romae ex antiquis atque hodiemis monu- mentis.....•incisus et delineatus a Io. Maggio Romano..... Joseph de Rubeis Mediolanensis D. D. (1618)» (Cicocnara IV 3768), nella Biblioteca governativa di Monaco, unico esemplare completo. Cfr. Babtoli, loc cit. 32: Ehrle, La pianta di Roma Maggi-Maupin-Losi, Roma 1915, 14, ove sono anche notizie particolareggiate sulla vita dell’autore. 3 Le Fontcme di Roma (1618). Cfr. Repert. /. Kunstwiss. 1909, 406, e la rivista Capitolium 1926, 356. 4 Questa incisione, conservata solo in pochi esemplari (vedi Cat. ©/ thè printed Maps, Piane» and Charts in thè British Museum II, Londra 1882, 3556) sarà novamente pubblicata, ed illustrata, di sulla lastra conservata nell’A r -chivio di 8. Maria Maggiore in Roma, da Monsignor St. Le Grelle. 5 Vedi Ehrle, La grande veduta Maggi-Mascardi del Tempio e del Palazzo Vaticano, Roma 1914. 6 Del Vittokelli (1616), e del De Angelis (1621). 7 G. B. Costaguti (Maggiordomo di Paolo V), Architettura della basilica di fl. Pietro con tavole di Martino Ferrabosco, 1620 (edizione rarissima; nuova edizione 1684, dedicata a Innocenzo XI).