426 Paolo V. 1605-1621. Capitolo IX. abbastanza popolare e non incondizionatamente sicuro del favore del suo principe; la1 congiura gli offriva occasione di provare così al re come al paese la sua indispensabilità.2 « Perdita d’avere, perdita di cervello »:3 questo proverbio di quel tempo può rendere in qualche modo comprensibile come nelle teste di un Catesby e dei suoi compagni fossero venuti a vacillare i concetti morali più comuni. Di uno sconvolgimento di idee ancor più grande, se possibile, faranno mostra nella lotta di distruzione ora impegnata contro i cattolici i dirigenti politici inglesi.'Il riguardo alla verità ed alla giustizia viene da essi trascurato in guisa appena credibile; mentire sapendo di mentire, soppressione e falsificazione passano per mezzi legittimi, quando si tratti di portare un colpo alla Chiesa odiata. Lo stesso re dette per primo l’esempio. Una circolare dell’arciprete Blackwell aveva stimmatizzato e condannato la congiura, poco dopo la sua scoperta, nel modo più aspro.4 Il papa di nuovo aveva espressamente vietato ai cattolici ogni sollevazione ed ogni misura violenta.5 Dopo la notizia dell’attentato Paolo Y fece dichiarare al re per mezzo dell’inviato francese in Londra, ch’egli abbominava e condannava più di ogni altro gli autori del tentato eccidio; se, come era stato divulgato, alcuni Gesuiti fossero stati convinti di avervi preso parte, essi meritavano punizione come gli altri; il papa avere solo un desiderio, che non si faccia un fascio degli innocenti con i colpevoli, e che a quelli non venga usata violenza per il delitto altrui.6 1 Gerard in TheMonth LXXXIII 2 s. 2 Ivi LXXXIV 51 ss. 3 « Qu’il n’y peult avoir seurté tandis que les catholiques seront rudement traittés et qu’on continuera a leur prendre leurs biens, n’estant que trop véritable ce qu’on dict en commung proverbe, que qui perdt son bien, perdt son sens ». I luogotenenti Alberto ed Isabella al loro inviato in Londra Hoboken il 18 marzo 1606, presso Willaert, loc. cit. 4 Egli la chiamò « an intolerable, uncharitable, scandalous and desperate fact », « a detestable device » (Gerard loc. cit. 5). 6 Cfr. sopra p. 419. •La Boderie, Ambassades I (senza indicazione di luogo) 1750, 25, in Gerard loc. cit. 6. Un Breve a Giacomo I dell’11 luglio 1606 in Bellesheim, Schottland II 472 ss. Come cardinale e allora protettore degli Scozzesi cattolici egli ha visto con gioia il figlio di Maria Stuarda, del quale egli conosceva i rapporti con Clemente Vili, salire al trono. La manifestazione di questo suo sentimento era stata ritardata dal « nuntius molestissimus coniurationis », specialmente perchè si diceva che taluni cattolici vi fossero implicati. Adesso, sentendo che un cattolico ha denunziato il complotto, ci congratuliamo con te e preghiamo, « ne innocentibus catholicis regni tui aliena flagitia noceant ». Egli desidera il ritorno di Giacomo alla Chiesa cui hanno appartenuto tutti i suoi antenati. Invia Giovanili Maillane di Lorena per raccomandare al re i cattolici, ma costui non deve farne parola ad essi. Noi vogliamo la loro obbedienza. «Non vestra quaerimus, sed vos». Spera che il re, di fronte a una