562 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XI. nominati da Paolo Y, siano profondamente obbligati al pontefici', pure nessuno lo è più di lui, a cui S. Santità ha mostrato innanzi a tutto il mondo tanta degnazione, e ha impartito tanti doni e grazie col suo cuore paterno; non v’è nessuno, che desideri di vivere e morire secondo il cuore e il volere del papa più di lui, il quale ne ha motivo più di tutti gli altri. Quindi il Klesl afferma con le espressioni più forti il suo desiderio di soddisfare il papa nella questione successoria. Segue una relazione esauriente sulle diverse fasi di questa faccenda. In conclusione si dice, che, per quel che è in lui e per quanto le parti vorranno seguirlo, egli lavorerà giorno e notte per accontentare il papa. Ma finché la Spagna non abbandona le sue pretese, è impossibile sperar qualche cosa di buono; poiché l’imperatore Mattia non vorrà mai agire contro Filippo III, mentre ne risulterebbe la disunione di tutta la casa di Absburgo. Colà, conclude la lettera, non v’è altro mezzo che l’autorità e l’interposizione di V. Santità. Ma non c’è da perder tempo, giacché l’imperatore è vecchio, e spesso anche infermo. Nel qual caso io non vorrei avere nessuna colpa, perchè Y. Santità rileverà dall’insieme di questa mia relazione, dov’è l’ostacolo e dove le mie mani sono legate. Ma se io ho quel ch’è necessario, allora, con la grazia di Dio, io adempirò certamente per quanto posso il volere di V. S. »-1 Con questa lettera s’incrociò un Breve del 25 giugno,2 che di nuovo premeva perchè si accelerasse la faccenda; contemporaneamente il papa scrisse anche all’arciduca Massimiliano.3 Quindi il 16 dicembre 1616 Paolo V diresse di nuovo lettere di esortazione all’imperatore ed al Klesl.4 Nonostante ogni premura, tuttavia, il Klesl procedette nell’affare della successione con una circospezione quasi pedantesca e con tutto suo agio;5 egli tornava sempre ad insistere, che le cure per l’elezione del re dei Romani non potevano condurre allo scopo senza il compromesso, la « composizione », con i protestanti.6 Lo sdegno, anzi la disperazione dell’impetuoso Massimiliano cresceva sempre più. Egli inviò al Klesl nell’autunno del 1616 il commendatore dell’Ordine teutonico Eustachio di Westernach coll’incarico di dichiarargli netto e tondo, che il cardinale doveva finalmente mettere ad effetto 1 Vedi Hammer Docum. 647. 2 Anche questo * documento manca nello Hammer; esso è in Epist. XII 18, Archivio segreto pontificio. Il Breve dell’li giugno 16H' menzionato dallo Hurter (VII 50 n. 128), non è diretto, come questi crede, al Klesl. 8 II * Breve, datato « XV Cai. Iulii » (17 giugno) 1616 è in Episl. XII 5, Archivio segreto pontificio. 4 Vedi il * testo nell’Appendice Nr. 11 e 12, ibid. 5 Giudizio del Kerschbaumer (p. 253), autore molto favorevole al Klesl. 6 Cfr. W. Meier, Konpositions -u. -Sukzesgionswerhandlungen unter Kaiser Matthias während der Jahre 1615-1618, Bonn 1895.