Monumento di Leone XI. - Il nuovo conclave. 23 versante dal corno dell’abbondanza oro e gemme. Quale differenza però dalla celebre opera del Bernini! Invece dell’arcosolio colossale, ornato di pietre policrome, Algardi si limitò ad una incavatura insignificante della parete, clic serve solo a dare un debole sfondo alla figura principale, che vi si stacca compatta. ÌJon si può negare la bellezza delle figure laterali, che Algardi fece coll’aiuto dei suoi allievi Giuseppe Peroni ed Ercole Ferrata,1 ma esse vi stanno semplicemente isolate. Il sarcofago, ornato d’un rilievo (rappresentante il compimento della riconciliazione di Enrico IY colla Chiesa, a mezzo del Cardinal Medici) dà una pesante impressione. Il piedistallo è graziosamente ornato della rosa araldica del papa, che fu interpretata dal gusto allegorizzante di quel tempo, come allusione alla così breve durata del suo governo.2 La parte migliore dell’intera opera, è la semplice statua che rappresenta molto bene i tratti dello stanco vegliardo colla destra benedicente, alzata solo a metà.3 2. L’8 maggio 1605 si recarono al Conclave 4 59 cardinali. Zac-chia e Madruzzo si erano ammalati;5 Agucchio era morto il 27 aprile. Le discussioni dovettero questa volta farsi ancora più tempestose che non dopo la morte di Clemente Vili, conseguenza questa naturale di quella disorganizzazione dei partiti, che era risultata dagli ultimi avvenimenti. 1 Vedi Passeri 206. 2 L’iscrizione dice due volte : « Sic fiorili ». 3 Vedi Posse loc. cit. ove è pure una buona riproduzione. L’epitafio presso Forcella IV 119. 4 Vedi * Avviso dell’ 11 maggio 1605, Biblioteca Vaticana. 5 Alcune delle Relazioni italiane, come quella del veneziano Agost. Nani sono stampate presso Mutinelli III 16 e 97, le rimanenti presso Pe-trucelli II 454 ss., del resto in una traduzione non affatto irreprensibile, però mancano anche ivi le * Lettere degli inviati mantovani dell’ Archivio Gonzaga in Mantova, altrettanto importanti che estese, le quali vengono per la prima volta sfruttate per la presente narrazione. Tra le Relazioni francesi vanno presi in considerazione in prima linea i Dispacci di Du Perron (Ambas-sades 344 ss., 347 s., 352 s.), ed una Relazione assai minuta del Cardinal Joyeuse del 21 maggio 1605 (ibid. 451 s.), inoltre i Dispacci dell’ambasciatore francese Béthune, utilizzati presso Cotjzard 375 ss. ed una Relazione del 19 maggio 1605 presso Denis, Nouvelles de Home I, Parigi 1913, 3 s. La * Lettera del Cardinal Paravicini a Rodolfo II del 21 maggio 1605 (Archivio di Stato in Vienna) come pure le * Relazioni dell’ambasciatore spagnuolo Viglienna (Archivio in Simancas 1870-128) vennero sfruttate da Gindely (Rudolf II, voi. I, 113 8.). Nuova è la Relazione di Avila a Filippo III: « * Rela-cion de lo que passo en el conclave que se hizo por muerte de Leon XI, en el