i6a a me non soddisfa gran fatto^ persona com’ io sono assai misurata, e che amo i temperamenti e le conciliazioni. Nè maggiore diletto, anche per certe concomitanze e appendici a me affatto particolari, non trovo nel vero teatro, finché almeno non s’arrivi a que’ tempi in cui sia concesso di sentir qualche cosa di nuovo fra le commedie, od uno strepito, se non più umano, più temperato ai timpani umani nell’opera in musica. Ed amerei anche molto la beata vista de’campi; ma fra’campi non si stampan gazzette, ed è mai possibile che un uomo si colchi alla sera senza aver letto prima la gazzetta del giorno? La mia vita è anzi così intimamente legata a questi nobili fogli, che più non era quella di Meleagro allo stizzo, e chi arrestasse i lor torchi, arresterebbe per me il sole a mezzo il zodiaco, la vegetazione della terra, o qual altra cosa è più benefica o salutare nel mondo. In somma, per quanto io consideri, non v’ha per me che un solo spettacolo, uel quale si truovi vero e compiuto diletto, e questo per mala sorte è anche siffatto che mi conviene aspettarlo da un anno all’altro. Nè si creda che questo sia già un mio particolare ghiribizzo, uno di quegli speciali diletti che talora s’incontrano in certe singolari persone; che anzi infinita è la schiera dei compartecipanti, come forse in questo stesso punto si vede, giacché lo