Misure dell’inquisizione verso il Galilei. 217 torno al suo asse ed intorno al Sole, essi giudicavano unanimemente, che meritasse la stessa condanna dal punto di vista filosofico, e teologicamente considerata fosse almeno erronea nella fede.1 Per ora, tuttavia, questo era solo il giudizio dei consultori dell’inquisizione. Il giorno seguente ebbe luogo, sotto la presidenza del papa la seduta dei cardinali dell’inquisizione, che dovevano prendere la deliberazione vera e propria. Non si conosce se essi approvassero in tutto l’opinione dei loro consultori. L’Inquisizione allora non emanò un decreto dottrinale sul sistema terrestre. « Poiché nel frattempo si voleva procedere benignamente verso la persona del Galilei », si dette però incarico al cardinale Bellarmino d’indurlo ad abbandonare la dottrina copernicana. Il cardinale, pertanto, chiamò a sè il Galilei e tentò dapprima, ma senza successo, di persuaderlo amichevolmente. Dopo ciò, il commissario presente dell’inquisizione, Seghizzi di Lodi, in presenza del cardinale e di parecchi testimoni, gl’impartì il dovuto ordine di non tenere in alcun modo, insegnare o difendere in futuro quella dottrina della immobilità del Sole e del movimento della Terra, altrimenti il Santo Uffìzio procederebbe contro di lui.2 Le misure ulteriori si limitarono a proibizioni di libri, che l’In-quisizione trasmise alla Congregazione dell’indice. Nel decreto dell’indice del 5 marzo 1616 si dice, esser venuta a conoscenza della < ongregazione dell’indice « quella dottrina pitagorica falsa e del tutto contraria alla Divina Scrittura del movimento della Terra e dell’immobilità del Sole ». Per impedire un ulteriore diffondersi di questa opinione a danno della verità cattolica », vengono innanzi tutto proibiti tre libri: quello di Copernico e il Commentario a Giobbe dello Stunica 3 solo temporaneamente, fino a che siano corretti ; lo scritto del Foscarini, invece, incondizionatamente. Sono inoltre proibiti tutti i libri che difendono il sistema copernicano. Negli Indici successivi dei libri proibiti, dal 1624 al 1757, è riprodotto un divieto generale contro tutti i libri di questo genere.4 Nessuno degli scritti del Galilei era proibito espressamente, nè la sua dissertazione sulle macchie solari, nè la sua lettera al Castelli. Ancora nel 1605 Kepler aveva ammirato la saggezza della Chiesa Romana, che condannava la superstizione dell’astrologia, e 1 Müller 155. s Müller 156. Il Wohlwill ha cercato di mostrare per falso il documento c°n questo divieto, che formò la base del secondo processo del Galilei nel 1632. Cfr. in proposito Grisar 40 ss.; ivi 48 circa il punto, che la mancanza della sottoscrizione non prova nulla. Anche H. Ltjdendorff, che nella Deutsche Zeitung del 1926, n. 25, recensisce il secondo volume dell’opera del Wohlwill (Lipsia 1926), non è persuaso della falsificazione. 3 II libro dello Stunica apparve nel 1584, e non era stato colpito in seguito da nessuna proibizione dell’indice. 4 Keusch, Index II 395.