Morte dell’imperatore Mattia (20 marzo 1619). 587 voia, le cui aspirazioni già da lungo tempo erano rivolte a una distruzione della potenza absburgo-spagnuola, non ebbero da principio alcun risultato.1 Tuttavia gl’interessi cattolici erano messi in gran pericolo dall’azione dei ribelli, poiché questi avevano mostrato dal bel principio le loro mire cacciando l’arcivescovo di Praga, l’abate di Braunau, e i Gesuiti dalla Boemia e dalla Moravia.2 Così la lotta acquistò subito il carattere di guerra di religione.3 Paolo Y, pertanto, nonostante il cattivo stato delle sue finanze, concesse per un semestre all’imperatore Mattia, su preghiera di questo, caldissimamente appoggiata dal cardinale Borgia, un sussidio mensile di guerra di 10.000 fiorini.4 Fu ancora più importante, senza paragone, che il papa facesse valere immediatamente il suo prestigio presso Luigi XIII, affinchè l’insurrezione boema non fosse sfruttata dal governo francese a danno dell’ imperatore.8 Colla morte dell’imperatore Mattia, avvenuta il 20 marzo 1619, cadde l’ultima barriera che trattenesse i ribelli boemi ed i loro amici.6 La dichiarazione di Ferdinando, con cui si obbligava a mantenere tutti i privilegi e le ordinanze dei re precedenti, e quindi anche la lettera di Maestà, ebbe per risposta la marcia del Thurn nella Moravia; la ribellione doveva venir propagata ulteriormente. Difatti gli Stati dell’Austria superiore ed i protestanti dell’Austria inferiore ricusarono dopo ciò l’omaggio a Ferdinando. Al principio di giugno il Thurn stava innanzi a Vienna. Egli giunse tuttavia troppo tardi per poter prendere la città, e, in seguito ai successi del Buquoy ed alle misure di difesa di Ferdinando,7 ben presto dovette iniziare la ritirata in Boemia. Dopo ciò Ferdinando si affrettò con ardita risolutezza a recarsi a Francoforte per conseguire la corona imperiale. Il partito palatino fece di tutto per impedir ciò, od almeno per ottenere una proroga della dieta elettorale convocata per il 20 luglio. 1 Cfr. Erdmannsdörffer, Karl Emanuel 131 s., 152 s. 2 Cfr. Pescheck I 340 s.; Kröss I 907 s.; Duhr II 1, 9 s. 393; II 2, 687 s. Una * Apologia pro Societ. Jesu ex Boemia proscripta 1618,"in CI. VII Cod. 1221 della Biblioteca di S. Marco in Venezia. 3 Cfr. il « progetto per la distruzione successiva della religione cattolica-romana in Germania e in altri luoghi de anno 1618 » in Lünig I 977 s. 1 Vedi oltre il Gindely II 397 anche la relazione di L. Ridolfi da Boma del 7 luglio 1618 in Schnitzer 154 n. 1. Cfr. v. Zwiedineck-Südenhorst, Politik Venedigs I 42, 275. 6 Cfr. Bentivoglio, Nunziatura III 132, 137 e Gindely I 359. 6 Cfr. la relazione degli inviati lucchesi in A. Pellegrinetti, Relaz. inedite di ambasciatori Imcchesi alla corte di Vienna, Lucca 1902, 25. 7 Vedi Huber V 126. Sulla partecipazione dei soldati fiorentini alla difesa di Vienna vedi ora G. B andini, Un episodio mediceo della guerra dei trenta anni, Firenze 1901, e C. Macini, La guerra de' trentanni in Germania dal 2-3 maggio 1618 all'll giugno 1619 secondo i documenti Fiorentini, Siena 1907, 47-55.