Attività riformatrice di Paolo V in Roma. 165 in Eoma prima i vescovi italiani, poi gli spagnuoli, i francesi, i tedeschi, e così via via, in sinodi particolari presieduti da lui stesso. Il materiale per questi sinodi romani doveva esser procacciato da sinodi provinciali preliminari. La riforma doveva partire dappertutto, dall’alto clero ed estendersi a tutte le cerehie fino alle infime. Particolare importanza si doveva dare alla formazione degli ecclesiastici, per la quale dovevano fondarsi seminari o, dove ci fossero, corredarli convenientemente. Tanto questi seminari quanto i conventi dovevano venir visitati da visitatori apostolici. Il pontefice doveva farsi tanto meno spaventare dalle difficoltà dell’impresa, in quanto egli era asceso al trono papale in età ancor verde, dimodoché non gli sarebbe mancato il tempo necessario.1 Se anche Paolo Y non tenne in considerazione tutte le proposte qui fatte, pure il suo intervento nelle situazioni ecclesiastiche di tutti i paesi cattolici mostra eh’ egli lavorava sinceramente ad attuare dovunque i decreti tridentini di riforma.2 Particolare sua cura furono le nomine dei vescovi. Egli preferì in esse i religiosi; dall’ordine di S. Domenico egli tolse circa sessanta vescovi.3 Nella primavera del 1618 ordinò dei miglioramenti riguardo alla provisione di vescovati e monasteri a mezzo del concistoro dei cardinali.4 Già a poca distanza dall’elevazione di Paolo V era trapelato ch’egli voleva proseguire la riforma dell’elezione papale, il cui compimento a Leone XI era stato impedito dalla sua morte precoce.5 Infatti la congregazione dei cardinali; stabilita perciò dal papa defunto, fu aumentata ancora di alcuni membri e incaricata nuovamente di esaminare l’abbozzo compilato sotto Clemente Vili di una bolla del conclave. Tuttavia Paolo V, secondochè ebbe a comunicare ai cardinali il 7 novembre 1605, non intendeva far nulla in questo argomento senza prima avere inteso i pareri dei singoli membri del Sacro Collegio.6 Questo fu fatto nel dicembre,7 1 *« Pro universali totius ecclesiae reformatione », Borghese IV 56, A r c h -vio segreto pontificio. * Cfr. sotto, specialmente i capitoli 8 e 11. Riguardo al Portogallo cfr. gli additamenti nella * « Instruttione » per il collettore Accoramboni del giugno 1614, Cod. X. IV 38 pag. 30, Biblioteca Casanatense in Roma. ’Vedi Bzovius, Vita Bauli V c. 21. 4 Vedi * Acta consist. al 2 aprile 1618, Biblioteca Vaticana. 5 Cfr. 1’* Avviso dell’11 giugno 1605, Biblioteca Vaticana, i arquinio Pinaoro dedicò a Paolo V il suo * « Discorso sopra la riforma del conclave da farsi per la sicurezza, libertà et unione eccles. » Cod. D. IV 202 della Biblioteca G ambalunga in Rimini. “Vedi * Acta consist. al 7 novembre 1605. Cfr. anche V* Avviso del 16 novembre 1605. Biblioteca Vaticana. 7 Vedi 1’* Avviso del 10 dicembre 1605, ibid. Di qui deriva anche una ‘istazione più precisa per il voto del Bellarmino, comunicato dal Wahrmund Mll’lrciì. /. lcath. Kirchenrecht, LXXII 221, s., e che il Baciielet (Auet. diami. 526 s.) ha novamente ristampato. Ivi 528 s. anche un secondo parere