184 Paolo V. 1605-1621. Capitolo Y. gesuitica era stata rappresentata costantemente dalla parte avversaria come contraria alla fede; d’ora in poi nessuno avrebbe potuto arrischiare simili definizioni. La predeterminazione fisica era per i Domenicani l’unica dottrina giusta e una proposizione di fede sicura; adesso era apparso che con questo modo di vedere essi trovavansi su una via sbagliata. Ambedue le concezioni stavano l’una accanto all’altra ugualmente autorizzate. La lunga pressione sotto cui i Gesuiti erano stati durante la lotta, rende concepibile che la gioia per l’esito finale si sfogasse in qualche luogo della Spagna in maniera strana. In Salamanca si lessero affìssi murali, con le parole: Molina vincitore! Altrove ebbero luogo mascherate e fuochi artificiali, in Yillagarcia anzi, proprio alla spagnuola, si tenne una corrida, per la quale tuttavia l’Aquaviva esigette che il rettore del collegio fosse punito con un severo biasimo innanzi a tutti i suoi subalterni e con la sospensione temporanea dall’ufficio.1 Il viceprovinciale di Toledo, però, era in grado di affermare che nella sua provincia non era stata fatta nessuna manifestazione esteriore di giubilo per la felice conclusione delle discussioni. Da una supplica dei Domenicani2 di Valladolid in cui essi chiedevano la difesa del papa, risulta che la conclusione della disputa spinse molti scienziati a dichiararsi ora apertamente per i Gesuiti, e che l’opinione pubblica si volse contro coloro che finora avevano fatto la parte degli assalitori.3 Naturalmente, dato l’estremo eccitamento delle due parti, la controversia non potè acquetarsi istantaneamente. Dalla parte dei Gesuiti, per verità, l’Aquaviva, colla moderazione che gli era propria, impedì ai suoi di toccar di nuovo la questione scottante: un’opera del Lessio in proposito, pronta e approvata già nel 1608, potè comparire solo nel 1610 ad Anversa,4 dopoché 1 Lettera al provinciale di Castiglia dell’11 dicembre 1607, presso Astràin, IV 382. Cfr. Serry 596 ss. Anche in altri casi gl’infelici tori dovevano in Spagna pagare talvolta le spese di trionfi scientifici: il teologo morale Azpilcueta, uno dei più noti rappresentanti, sotto il nome di « doctor Navarrus », della sua disciplina e riformatore degli studi canonici a Salamanca, non riuscì ad ottenere, che per la sua promozione a dottore si omettesse il consueto combattimento di tori; egli ottenne solo, che alle bestie venissero resecate le corna, così da rendere la lotta non pericolosa. Ehrle nel Katholilc, 1884, II 517. 2 Scorraille I 463. 3 « Ex quo ingens scandalum in ecclesia pullulai, multique ex fidelibus turbari incipiunt. Nos etiam rubore suffundimur, et intra privatos parietes delitescere cogirnur, plurimique catholici sapientissimi deficientes animo ab incoepto tramite defeudendi veram salubreinque doctrinam pedem avertunt »• Supplica del collegio dei Domenicani di Valladolid del 26 novembre 1607, presso Serry 598. Cfr. Schneemann 294. 4 Schneemann 293. Sopra le obbiezioni che si elevarono in Roma contro lo scritto e la loro connessione col decreto dell’Aquaviva del 14 dicembre 1613, cfr. Le Baohelet, Auct. Béllarm. 27 ss., 185 ss., e nelle Recherches de sviene*