Gli spagnuoli avversari del Baronio. 9 quali il cardinale combatteva l’integrità e con ciò indirettamente l’autenticità di quel documento pontificio, il Governo di Madrid non solo mise in moto i suoi scienziati, ma proibì quel volume degli « Annali » per tutti i paesi della corona spagnuola. I librai i quali vendevano quell’opera furono gravemente puniti, a Napoli persino colla condanna alla galera.1 Che un uomo come il Baronio non potesse diventare papa, era d’ora innanzi una cosa decisa per il Governo spagnuolo, poiché ogni minimo dubbio sui diritti ecclesiastici del re cattolico venne considerato da lui come un alto tradimento sacrilego.2 Però non tutti i cardinali del partito spagnuolo in Roma approvavano l’esclusione di uno dei più dotti, venerabili e pii membri del Sacro Collegio. Spinelli ne manifestò apertamente il suo sdegno, ed anche di Sforza e di Borromeo si credette che fossero dello stesso parere.3 Baronio sapeva benissimo quali inimicizie e quali persecuzioni egli si sarebbe attirato dagli Spagnuoli, allorquando trattò nella sua grande opera storica il documento di Urbano II. Ma il suo disprezzo per i favori umani ed il suo amore per la schietta verità senza riguardi, non fecero nascere in lui degli scrupoli. Egli conosceva a fondo le discussioni che ebbero luogo sotto Pio Y e Gregorio XIII intorno alla Monarchia Sicula, ed anche il loro sterile risultato.4 Siccome la questione doveva trattarsi nella sua opera storica, ed essendo essa anche di grande importanza per la Chiesa, così egli vi si applicò con tutto lo zelo d’uno studioso coscienzioso. Quando egli ripetutamente si espresse con grande severità, lo fece a bella posta, poiché era di avviso che appunto un cardinale non doveva dimostrarsi debole in una cosa di così somma importanza per la Chiesa; però dietro consiglio di alcuni amici modificò qualche passo, per non mancare del dovuto rispetto al re di Spagna. Quando il lavoro fu terminato, lo presentò a Clemente Vili, il quale lo lesse attentamente e giudicò che Baronio doveva farlo stampare senza mutarlo. Della stessa opinione furono pure alcuni altri cardinali consultati dal papa. Baronio espresse in una lettera privata la sua gioia intorno a questo risultato, poiché egli se ne riprometteva un vantaggio non indifferente per poter restare nella sua condizione di cardinale, poiché la dissertazione darebbe agli Spagnuoli l’occasione di rivelarsi durante l’elezione d’un pontefice per suoi avver- 1 Vedi Couzard 351. 2 Giudizio di Gindely loc. cifc. 271. La supposizione di Wahkmtjnd, attinta da Gindely, che Baronio avesse espresso dei dubbi intorno al possesso legale degli Spagnuoli nell'Italia meridionale, è errata; v. Ruffini, Perchè O. Baronio non fu Papa, Perugia 1910 (anche nell’opera collettiva, Per Ces. Baronio, Roma 1910, 355 s.), cui aderisce Falco nell’Arch. Bom. XXXIV, 547. 3 Vedi * Avviso del 23 febbraio 1605, Biblioteca Vaticana. 4 Ciò risulta dai manoscritti della Biblioteca Vallicelliana in Roma. Cfr. Sentis 33.