« Equivocazioni ». 433 vocazioni », quando v’è un motivo ragionevole per servirsene, e le parole adoperate possono valere come espressione della verità. Si dovrà andare ancora un passo più avanti. Una risposta di una tale presenza di spirito, come quella adoperata da Atanasio nel caso suddetto, non è a disposizione di ognuno ed in ogni momento; in cento altri casi un segreto può esser difeso praticamente in modo efficace di fronte a domande non autorizzate solo se è permesso di replicare all’interrogante con un « no » tondo. Anche un simile « no » veniva pertanto considerato come permesso nel caso che le circostanze del tempo, del luogo e così via lasciassero apparire il doppio senso di questa negazione. Se per esempio, a un malfattore innanzi al tribunale, prima ancora di esser convinto con prove, veniva diretta la domanda se egli aveva commesso il delitto, egli poteva in tal caso rispondere semplicemente di no, perchè in simili circostanze questo « no » può significare che nessuno è obbligato ad essere il suo proprio accusatore, e che l’accusato rigetta sul tribunale il carico di provare la sua colpa.1 Il Garnet ritenne nel suo interrogatorio di potersi governare secondo quest’ultimo principio. Alle domande se egli avesse avuto conoscenza della congiura, se avesse conversato coll’Oldeorne per la fessura della porta, egli rispose dapprincipio con un «no » reciso. Messo alle strette, egli dovette tuttavia indietreggiare passo a passo e adattarsi a qualche riconoscimento. In un accusato comune non si sarebbe trovato in ciò nulla di sorprendente, ma in un prete un tal contegno fece un’impressione penosa, tanto più che un inglese, per tutta la sua conformazione spirituale, ammirava forse un Fawkes, che all’ arresto confessava col riso sul labbro il fatto che significava per lui venire squartato, ma rifuggiva con disprezzo da quanto gli sembrasse raggiro e sotterfugio. Il Garnet se ne accorse ben presto; egli spiegò il contegno da lui tenuto fino allora, e poiché una semplice esposizione dello stato delle cose non poteva, dopo la morte dei congiurati, far più danno a nessuno, così egli si decise 1 Un certo Giovanni Ward, imprigionato il 16 gennaio 1606 avrebbe voluto salvarsi con assicurazioni giurate, e, convinto da testimoni, avrebbe spiegato il suo giuramento nel seguente modo: egli non era sacerdote, cioè di Apollo; non era stato di là dal mare, cioè dal mar d’india; non conosceva il testimonio, cioè non di conoscenza scientifica, non l’aveva mai visto, cioè nella visione beatifica (W. H. Frere, The English Church in thè reigns oj Elizabeth and James I, Londra 1904, 328). Questa può essere una sciocca invenzione; comunque simili « equivocazioni » non differiscono in nulla dalla bugia, poiché le Parole adoperate non esprimono in nulla il senso voluto. Le osservazioni del Garnet sui casi, in cui una equivocazione non è permessa, si possono vedere in Foley IV 190, 192; giudizi protestanti sulla legittimità dell’equivocazione in The Month LXXXIII 358. Pastor, Storia dri Papi, XII. 28