Giacomo I quale teologo controversista. 451 Dopo alcune settimane, però, Giacomo I ritenne meglio di non pubblicare il frutto del suo lavoro faticoso.1 Arrestò invece la vendita del suo scritto precedente e ritirò gli esemplari già mandati fuori «a fin di correggere gli errori introdottisi, per colpa di copisti e stampatori, nei testi citati in prova ».2 Quattro vescovi ebbero da lavorar molti giorni a correggere questi testi.3 Finalmente nel febbraio del 1609 l’inviato francese potè riferire che 10 scritto del re, purgato degli errori, si trovava novamente sotto 11 torchio e avrebbe visto presto la luce con lunga prefazione e conclusione ai sovrani d’Europa. Il libro stava tanto a cuore al re, ch’egli, con gran malcontento della corte, non volle, nonostante gli allettamenti della primavera e l’infuriare della peste nella sua capitale, lasciar questa fino a che non ebbe tra le mani stampato il suo scritto, che ora comparve sotto il suo nome regale.4 Giacomo tenne ad asserire nella prefazione che il giuramento richiesto ai cattolici non esige se non l’obbedienza civile,5 ed appoggia le sue asserzioni precedenti con alcune nuove testimonianze. Quindi, però, cerca di trasportare la questione sopra un terreno, che non ha da far nulla col giuramento di fedeltà. Per mostrare la pericolosità politica del Bellarmino, egli tratta distesamente delle teorie di lui intorno all’immunità degli ecclesiastici dal potere civile e intorno all’origine dello Stato,6 espone in una lunga confessione di fede le sue vedute sulle fonti della fede, il culto dei santi, delle reliquie e delle immagini, il Purgatorio, il potere dei vescovi e del papa,7 e si sforza sopratutto a provare che il papa sarebbe l’Anti-cristo.8 La prefazione trattava dunque prevalentemente di cose non pertinenti all’argomento. L’inviato francese giudicava l’opera la più pazza e la più perniciosa che mai fosse stata scritta sopra un tal soggetto; ciascuno la deplorava.9 Enrico IV consigliò al papa di non rispondere, e anzi di interdire ogni risposta colla sua autorità apostolica.10 Ma poiché Giacomo I aveva inviato la sua opera ‘Lingard IX 78 s. 2 Servière 61. 3 Ivi 66. 1 Servière 67. La prefazione è riprodotta in Jacobi I Opera 133-165. 6 Esso non contiene nulla, egli dice, « praeter fidelitatis illius civilisque et temporalis obedientiae professionem, quam ipsa natura omnibus sub regno nascentibus praescribit » etc. (Opera 135; cfr. 137). 6 Ivi 137 s., 157 s. 7 Ivi 140-144. 8 Ivi 144-156. 9 « Le plus fou, s’il m’est loisible d’ainsi parler, et le plus pernicieux qui se soit jamais fait sur un tel sujet ». La Boderie il 23 aprile 1609, presso Servière 89. 10 Servière 114.