s6G si lascia andar dietro alla lusinghiera facilità dei modi vernacoli. E di vero nello stesso popolare sermone altra è la lingua parlata dalla plebe vile ed abbietta, altra quella del bel mondo e delle colte brigate. 11 Buratti anzi che accostarsi sempre ai palagi ed ai crocchi gentili, amò talora spaziare,scrivendo,pei traghetti e i trivii. Il quale peccato non è per altro in lui s'i essenziale, che si noti in ogni suo componimento. Coll’u-vnil dialetto ei si alzò talora all’altezza della lirica e dell’elegia, e le sue canzonette per musica, le anacreontiche, le odi sul blocco di Venezia ed in morte del figlio tradussero nel nostro volgare le piò sublimi bellezze della poesia. Nessuno anzi prima di lui lo parlò tanto nobilmente, e sul suo labbro esso fu degno di dar veste e colore alle immagini di Giovenale, che nel nostro volgare ei tradusse. Il Buratti è forse vinto in semplicità dal Pasto e dal Lamberti, in naturalezza ed eleganza dal Gritti; ma tutti gli altri poeti egli avanza nella fecondità e vastità del pensiero, nella multiplicità dei soggetti, nell’evidenza delle pitture, nel frizzo, nei lepori, nel-1’ estro, per cui non dubiteremo di chiamarlo 1 Ariosto dei nostri veneziani poeti. Ma a tanta altezza d’ingegno uno non sale senza gran dote di studio e di dottrina, e il Buratti n’era fornito più che dai suoi versi e dal-