Preparativi militari. 123 stato desiderato mai il Messia con più impazienza di quella con cui ora si attendeva la risposta del re di Francia.1 Per quanto gli scritti polemici veneziani potessero affannarsi a mettere il papa dalla parte del torto, l’opinione del papa - rilevava un discorso in senato 2 - doveva necessariamente avere maggior peso presso tutti i credenti, poiché era persuasione comune che a lui spettasse definire le questioni controverse. Inoltre i conflitti avevano portato molti danni interni. Già da un anno, viene spiegato nello stesso discorso, la repubblica si trova come in stato di guerra. Ogni giorno, vi si dice, porta qualcosa di nuovo ai suoi danni; dei sovrani, gli amici vacillano, gl’indecisi ci abbandonano, gli avversari crescono di forza. Il commercio soffre, le imposte vanno perdute, le entrate diminuiscono in mille guise, perchè gli armamenti inghiottono molto danaro. Si aggiunga che i sudditi sono divisi di opinione, turbati nelle coscienze e stanchi delle condizioni attuali, e la superstizione popolare vede in ogni disgrazia l’effetto dell’interdetto. E che cosa accadrà se il papa rende più aspre le sue misure, se insiste a voler punire la disobbedienza dei vescovi e del clero, se procede a censure anche più gravi? E di fatto da parte di Venezia si sono verificati tanti nuovi e grandi eccessi da far quasi dimenticare in confronto le occasioni del conflitto: tante prediche e scritti sfrenati, violenze contro i preti, mi-naccie contro i prelati, sequestro di beni ecclesiastici, bandi, perse-suzioni; le carceri sono piene di religiosi colpevoli solo di obbedienza all’interdetto, il che viene disprezzato e deriso in modo da non potersi dare peggiore in paesi eretici. E di più le difficoltà esterne. Si crede forse che la repubblica sia in grado di mantenere tre eserciti, ciascuno di circa 16.000 uomini, in Lombardia, nel Friuli e nel Polesine?3 E dei sudditi è da fidare? Noi ci siamo impossessati del loro territorio, e n’è derivato a noi lusso e arroganza '»sopportabile, del tutto in contrasto con i costumi dei nostri maggiori, a loro povertà, cruccio e il desiderio di cambiamenti.4 E per giunta neppure un alleato su cui si possa far conto davvero.5 Il contegno dell’estero, del resto, era abbastanza umiliante per la repubblica. In Savoia era stato pubblicato l’interdetto e proibito all’inviato veneziano di entrare in chiesa;6 l’ambasciatore savoiardo a Venezia si tenne lontano colà dalle funzioni di culto proibite dal papa e si sottrasse ai rapporti col Senato scomunicato 1 IIist.-polit. Blätter XI 194. Cfr. Cornet 138, n. 1. 2 Presso Cornet 308. 3 Ibid. 310 s. 1 Ibid. 313. 5 Ibid. 313 s. 6 Cornet 119, n. 1. * Breve di elogio, del 6 ottobre 1606 nelle Epist. Princ. XLV 2, 213, Archivio segreto pontificio.