276 Paolo V. 1605-1621. Capitolo VI. Al vescovo dei Serbi uniti, Simeone Yratanja, Paolo V impartì la conferma.1 Il pontefice si interessò anche dei cristiani di Moldavia e di Yalacchia. Anche in Albania i cattolici erano assai numerosi.2 L’arcivescovo di Antivari Marino Bizzi, riferiva nel 1611 a Paolo V, che dei 400.000 abitanti di là, 350.000 erano cattolici. Egli esalta la loro pietà, ma non cela i pericoli, che tanto là quanto in Serbia si facevano visibili in maniera crescente per la propaganda dei Maomettani; in molti luoghi interi villaggi passavano all’IsIam per sfuggire alla capitazione.3 In Bosnia, ove pure i Turchi erano ancora assai in minoranza, le cose prendevano la stessa piega, nonostante l’attività piena di abnegazione del vescovo di Sofia, Pietro Salinate;4 le pressioni del potere civile, insieme con altre circostanze, particolarmente la mancanza di pastori d’anime adattati, avevano per risultato dappertutto una diminuzione della popolazione cristiana.5 di Paolo V colla Serbia vedi Balan, La Chiesa e gli Slavi 208, 246] s. Vedi anche Hijdal, Die serbisch-orthodoxe Nationalkirehe, Graz 1922, 14 s. 1 Cfr. Nili.es, Kalendarium eccl. orient. Ili, Oeniponte 1885, e Ardi. Francise. hist. XVII 489 s. 2 Vedi i * Brevi al « Princeps Moldaviae » e « Valachiae », del 1614 novembre 15 e maggio 2, nelle Epist. X 150, 340, Archivio segreto pontificio. Notizie più precise sulle condizioni ecclesiastiche della Moldavia e Valacchia si ebbero in Roma solo per mezzo di Bernardino Quirini di Candia, il quale, nominato fin dal 1590 vescovo di Argesch, a causa della situazione politica potò raggiungere la Moldavia solo nel 1597, ove si stabilì nel convento dei Francescani a Bacau, e prese quindi il nome di « episcopus Argensis et Ba-choviensis ». Dopo la sua morte fu nel 1607 costituito effettivameute il vescovato di Bacau, e ne divenne vescovo il vicario del Quirini, Gerolamo Arsengo, cui successe nel 1611 il polacco Valeriano Lubieniecki, il quale aveva un passato assai movimentato. D’ora in poi tutti i vescovi di Bacau vennero dalla Polonia; vedi Eubel nella Bòni. Quartalschr. XII 113 s. e R. Candea, Der Katho izismtis in den Donaufurstentumem, Lipsia 1917, 53 s.; cfr. 61 sulla mancanza di sacerdoti nella Moldavia. 3 Vedi * Relazione della visita fatta da me, Marino Bizzi, arcivescovo d’Antivari nelle parti della Turchia, Albania et Servia alla S. di N. S. Paolo V, in data, Antivari 1611 gennaio 30, nel Barb. 5334, Biblioteca Vaticana. Cfr. Ranke, Serbien und die TiirTcei ini 19 Jahrh., Lipsia 1879, 539 s. e il Racki nella rivista Starine 1888. 4 Cfr. la * « Relazione de le cose operate in servitio di Dio e de la s. fede cattolica da Fra Pietro Salinate, vescovo di Sofia, visitatore apost. », ueìì’Ottob. 2416, p. 927 s., che è del 1611. Pietro Salinate riferisce di aver cresimato in Bosnia molti in luoghi dove per timore dei Turchi non poteva giungere nessun vescovo, di aver convertito in Tarnovo molti Pauliciani e di aver costruito molte chiese. « Ho quietato molte e pericolose liti fra quelli popoli. Ho levato molti abusi et abominevole usanze fra quelle genti. Ho tenuto più volte li sacri et altri ordini secondo il s. Concilio di Trento et de la S. Romana Chiesa ». Egli visitò la sua diocesi, ha sofferto molto per parte di Turchi e Scismatici, specialmente dell’arcivescovo greco scismatico di Sofia. Biblioteca Vaticana. 5 Vedi Giov. Batt. Montealbano, * « Relazione a 22 di maggio 1625 del suo viaggio in Constantiuopoli con la descrittione di mille cose mirabili », nel Cod.