Esposto di Ferdinando de la Bastida a Paolo V. 171 oli non potesse neppure far da testimonio in un processo civile.1 I tre ultimi punti del ricorso illuminano di nuova luce il giudizio di Clemente Vili sulla commissione e la sua posizione rispetto ai (¡(‘.suiti. Clemente Vili, vi si dice, aveva espresso così forte la sua disapprovazione sul procedere sleale della commissione contro i lesti ultimi, che veniva posta in rapporto con ciò la morte del vedovo di Cariati, presidente della commissione.2 Per questi e per altri motivi che qui non si possono spiegare convenientemente, ma di cui si può dare comunicazione orale, se S. Santità la desidera, noi abbiamo » - seguita il documento - « sollevato spesso, al tempo del nostro S. Padre Clemente Vili, eccezione per scritto e a voce contro i suddetti censori; e noi dicemmo a S. Santità e rinnoviamo la- nostra protesta, che in una questione così importante non possiamo riconoscerli come giudici dotati della scienza e dell’imparzialità necessaria, ma li riteniamo ancora più dei Domenicani !:revenuti di animo, restando così sempre ostinatamente attaccati al loro parere, come si è sperimentato finora ».3 De la Ba-t ida formula perciò alla fine ancora una preghiera, quella, cioè, che Paolo V faccia indagare se veramente Clemente Vili « una e più volte ci ha dato l’assicurazione che quelle persone non sarebbero giudici nella questione e la sentenza non sarebbe avvenuta base al loro parere, e potevamo fidarci alla sua parola. B così ni realtà abbiamo fatto, nella sicura aspettazione che le dispute 1 iiiarirebbero i fondamenti su cui le due parti si appoggiano, e '! aindi gli atti verrebbero sottoposti a persone in possesso dell’im- l arzialità e della dottrina necessarie ».4 De la Bastida qualifica queste aspre accuse come « vere a ¡ untino »5 e si offre a provarle con le prove documentarie alla mano. I Gesuiti non riuscirono ad ottenere questa loro richiesta: che i ; i udici precedenti fossero eliminati. Il 2 settembre 1605 Paolo V 1 ìiiamò innanzi a sè la precedente Congregazione romana insieme con alcuni cardinali per considerare che cosa si dovesse fare per appianare definitivamente le controversie. Venne deciso diripren- 1 Cfr. il punto 4 in quel documento. 2«Si en el modo de tratar esta causa usaban con nosotros de tanta infidelidad, contra espresa orden de la buena memoria del Papa Clemente, que obligaren a Su Santidad a hacer tantas demonstraciones de sentimiento, que ué fama haber sido esta la ocasión de la muerte del obispo de Cariati, que era la cabeza de esta congregación » (ivi n. 10). Resta, il vescovo di Cariati, m°ri nel 1602. 3 Ivi n. 11. * “ Si Su Santidad el Papa Clemente VIII nos aseguró una y muchas 'eces, diciéndonos que no serian ellos los jueces de esta causa, ni se tomaría ^resolución de ella por su parecer, y que en esto nos fiásemos de su palabra...» 5«Lo que en ellos digo es puntual verdad.... » Astráin IV 256.