430 Paolo V. 1605-1621. Capitolo V. lesse d’ora in poi sotto il 5 novembre la rubrica: « Congiura dei Papisti »1 ed in preghiere ufficiali del giorno2 vengono rese grazie « per la miracolosa e possente salvazione » della famiglia reale, della nobiltà, del clero e dei comuni, « che per tradimento del papa erano destinati al macello come pecore, nel modo più barbaro e crudele, come non si era inteso nulla di simile nei tempi andati ».3 L’atto di accusa in base al quale gli autori della congiura delle polveri furono giustiziati il 27 gennaio 1606, non è maggiormente rispettoso della verità. Esso dice, che Enrico Garnet, Osvaldo Tesmond (cioè il Greemway), Giovanni Gerard ed altri gesuiti si sarebbero riuniti a scopo di tradimento, avrebbero asserito con malvagità, perfidia e tradimento, che il re, la nobiltà, il clero e i comuni erano eretici e scomunicati, e avrebbero così spinto gli accusati e i loro complici ormai non più in vita al loro assassinio.4 Nello stesso tono sono tenuti i discorsi dei procuratori del re. Le accuse contro i Gesuiti non rimasero senza risposta. Il Gerard fece diffondere nelle strade di Londra fogli volanti, in cui egli condannava la congiura ed escludeva ogni sua colpevolezza in essa. Anche in una lettera al Salisbury e a due Lords del Consiglio segreto egli protestava la sua innocenza.5 Anche il Garnet inviò il 30 novembre 1605 una lettera simile al Consiglio segreto.8 Ma queste proteste di fronte alla grande massa difficilmente potevano avere autorità. Le affermazioni fatte in tono di sicurezza dai documenti ufficiali dovevano volgere necessariamente la pubblica opinione a sfavore degli accusati. Anche nel resto il governo seppe egregiamente influire in senso suo sull’opinione con ardite alterazioni della verità. Quando nel processo contro i congiurati il 27 gennaio l’accusato Digbv ricordò le promesse ai. cattolici non mantenute dal re, il Northampton arrivò a negare impudentemente che Giacomo prima della sua venuta in Inghilterra avesse fatto simili promesse.7 Il Salisbury aggiunse l’asserzione, che Gia- 1 « Papists Conspiracy ». 2 A. H. Daniel, Codex Liturgicus III, Lipsia 1851, 550-556. 3 «.....by Popish treachery appointed as sheep to the slaughter, in a most barbarous and savage manner, beyond the examples of former ages » (ivi 552). 4 State Trials I (1809) 160, presso Gerard loc. cit. 16. 5 Ivi 15. 6 Riprodotta in Foley IV 67 ss. 7 « An assertion which was certainly untrue », giudica il Gardiner (I 269). Nonostante queste falsità il Northampton non si acquistò la fiducia dei protestanti. Quando egli ebbe pubblicato il suo discorso nel processo Garnet, si raccontò generalmente che avesse scritto in segreto al Bellarmino, pregando di non dare nessun peso alle sue dichiarazioni; egli parlava così solo per piacere al re ed al popolo (ivi II 159 s.)*