Lotta di Gesuiti contro il Calvinismo. 357 Ove si consideri la quantità straordinaria di lavoro richiesta da tale attività, per la cura di anime presso i cattolici, deve stupire il fatto che i Gesuiti trovassero ancora tempo per l’opera di difesa dal Calvinismo. Questa era tanto più necessaria in quanto i seguaci della innovazione religiosa al principio del Seicento svolgevano di nuovo, specialmente nella Francia meridionale, una propaganda assai viva.1 Essi urtarono con questa in una resistenza decisa da parte dei Gesuiti, i quali, noncuranti dell’odio di parte che veniva a gravare su loro con tutto il suo peso, si affermarono anche in Francia come i difensori più ferventi della Chiesa e del Papato. Ed essi furono che in tal difesa raccolsero i maggiori successi. Gli scritti di uomini come Giovanni Gontery, Francesco Yeron, Giovanni de Bórdes, Fronton du Due, e Luigi Richeóme, appartengono alle migliori produzioni della letteratura controversistica francese del tempo.2 Non si distinsero meno in questo campo il Coton e l’Arnoux. Come il Du Perron nella famosa conferenza di Fontainebleau, così Coton e Gontery si misurarono in dispute vittoriose con eminenti predicanti calvinisti.3 L’opera principale di Coton, comparsa nel 1610, contiene un’apologia fondamentale del concetto cattolico di domma e di tutte le singole definizioni dom-matiche contro gli attacchi degli Ugonotti. Più tardi (1617) egli pubblicò un lavoro più ampio sulle falsificazioni della Sacra Scrittura nella Bibbia di Ginevra.4 La letteratura polemica e specialmente le dispute pubbliche produssero molteplici passaggi alla Chiesa cattolica.5 Questo movimento di ritorno aveva cominciato già negli ultimi anni di Clemente Vili: esso prese un’ampiezza notevole sotto Paolo V. Fra i molti che per la via della persuasione e dell’insegnamento dottrinale furono ricondotti dalla scissione calvinistica all’unità della Chiesa una e indivisibile, figurano accanto a scienziati come Enrico Sponde, a cui Paolo V conferì un posto in Roma, e l’erudito Giovanni Morin, anche uomini politici come Nicola de Harley e Filippo de Fresne de Canaye, ambasciatore di Enrico IV a Ve- nelle storie particolari citate sopra pag. 356 n. 1 sui collegi dei Gesuiti in Francia, e in Fouqueray III 153 s., 386 s., 557 s. 1 Cfr. Prat I 259. 2 Vedi oltre il Werner, Oesch. der polem. Literatur IV 585 s., 674 s., anche Prat I 517 s., II 566 s., 569 s., 637 s., Ili 727 s., IV 53 s. Su Veron cfr. P. Fkret, Un cure de Charenton au XVII" siècle, Parigi 1881. Su Richeóme vedi H. Bremond, Hist. litt. du sentiment religieux en France I, Parigi 1916, 17 s., 23 s., 3 Maggiori particolari in Prat I 276 s., 280 s., 371 s., 407 s., 474 s., g25 s., 542 s., II 601 s., 635 s., 646 s., Ili 456 s., 517 s.; IV 103 s. Cfr. Bremond loc. cit. II (1916) 75 s. 1 Vedi Prat II 655 s., IV 33 s. 5 Cfr. Prat I 621 s.