350 Paolo Y. 1605-1621. Capitolo Vili. collaboratore di Ubaldini, il Gesuita Coton, non prendessero la piega migliore. In conseguenza cessarono anche le strette relazioni che sotto Ubaldini erano esistite fra la nunziatura ed i Gesuiti.1 Per fortuna, ciò non ebbe conseguenze ulteriori. Con il gesuita Giovanni Arnoux, divenuto nell’estate del 1617 confessore di Luigi XIII al posto del Coton, Bentivoglio se la intese assai bene. Quando gli Ugonotti pubblicarono un libello violento contro le prediche aspramente anticalvinistiche del padre Arnoux e lo dedicarono a Luigi XIII, dicendo che Dio aprirebbe gli occhi al re, Bentivoglio protestò così energicamente presso il governo da ottenere la soppressione dello scritto.2 Il nunzio mostrò quale alto apprezzamento facesse dell’attività dei Gesuiti in Francia, quando alla fine, superate grosse difficoltà, un decreto reale del febbraio 1618 permise all’Ordine l’apertura dell’insegnamento nel suo collegio di Clermont a Parigi. Bentivoglio chiese per ciò udienza immediatamente da Luigi XIII onde ringraziarlo; e dette inoltre le più gran lodi ai Gesuiti. Egli propugnò presso il cardinal Borghese l’invio di un Breve laudativo al re, perchè, egli aggiunse, i nostri oppositori confessano da sè di combattere i Gesuiti soltanto perchè questi sostengono con zelo l’autorità della Santa Sede. Il nunzio opinò che anche al duca di Luynes si dovesse indirizzare un Breve di lode, per avere sostenuto così energicamente i Gesuiti in questa faccenda.3 Caratterizza la prudente riservatezza di Paolo Y che questi non accettò le proposte. Al Bentivoglio venne ordinato espressa-mente di condursi in questo affare con molta circospezione e di non irritare la Sorbona.4 Bentivoglio ebbe un trionfo all’assemblea dei notabili, che si aperse a Bouen il 4 dicembre 1617. Egli aveva temuto, alla pari del padre Arnoux, che i notabili, dominati dalle idee del parlamento parigino, avrebbero colto questa occasione per rinnovare la pericolosa proposta di una legge fondamentale dello Stato5 fatta già dal Terzo Stato nel 1614.6 Ciò non accadde. Invece di questo sorse un altro pericolo: il governo aveva proposto, evidentemente in riguardo ai legami degli Ugonotti con i principi protestanti stranieri, di proibire a tutti i Francesi sotto gravi pene i rapporti cogl’inviati di potenze straniere. Una parte dell’assem- 1 Cfr. Prat III 734 s., 756 s. Invece del Coton divenne confidente del Bentivoglio il Bérulle; vedi ivi 752 s. 2 Vedi Prat IV 41 s., 49 s.; cfr. 297 s. 3 Vedi la lettera di Bentivoglio in data 14 febbraio 1618 in De Steff ani loc. cit. II, n. 961. 4 Vedi De Steffani II, n. 1041. 5 Vedi le relazioni dell’11 ottobre e 8 novembre 1617 ivi nn. 641, 722; cfr. 830. 6 Cfr. sopra p. 344 s.