Deposizione di Bates contro i Gesuiti 429 Gl’imputati, ch’erano di nascita nobile, rimasero irremovibili fino all’ultimo in queste deposizioni; come pure mostrarono in generale un coraggio e una fermezza, di cui si può solo deplorare, che non fossero messi a servizio di una causa migliore.1 Ma essi avevano iniziato al segreto anche nno dei loro servi, Tommaso Bates, e questi si indusse il 4 dicembre ad una deposizione sul gesuita Greenway. Non si può stabilire che cosa egli confessasse. In una lettera posteriore egli pretende di aver detto soltanto, ch’egli pensava che il Greenway non ignorasse la cosa; deplora di avere affermato ciò, ma confida che Dio gli perdonerà, perchè non l’ha detto per malvagità, ma per salvare la vita. Il governo invece esibì una confessione, in cui il Bates riconosce di avere esposto in confessione al Greenway il piano dei congiurati e di averne ricevuto l’approvazione. Lo stesso Greenway dichiarò più tardi sulla salvezza dell’anima sua, che il Bates non aveva detto mai una parola sul complotto, nè in confessione nè fuori.2 Il 13 gennaio compare in una deposizione ulteriore del Bates anche il nome del Garnet; Bates confessò di avere, dopo la scoperta della congiura e la fuga dei congiurati, portato una lettera di questi al Garnet.3 Così dunque i nomi dei tre gesuiti erano almeno menzionati nelle deposizioni dei testi, e contro due di essi v’erano motivi di sospetto, che giustificavano una citazione. D’ora in poi il governo parla in pubblicazioni ufficiali, come se la complicità dei preti e del papa fosse già da lungo tempo dimostrata e indubitabile.4 Il 15 gennaio 1606 viene pubblicato un proclama sulla constatazione dei tre gesuiti Gerard, Greenway e Garnet come degli organizzatori speciali della congiura;5 il Gerard, contro il quale non esisteva proprio nessuna prova, sta al primo posto fra i tre. Il 21 gennaio 1606 il Parlamento stabilì una festa speciale di grazie per la sua salvazione;8 nel preambolo dell’ordinanza relativa vengono designati come autori del complotto « Gesuiti, Seminaristi e Preti romani ». Nel Calendario del « Libro comune di preghiera » si 25 febbraio 1606, in Foley IV 84, 150 s.; T. G. Law nel Dictionary of National Biography LXII 217. 1 Cfr. Gardiner I 264: « There was at least nothing mean or selfish about them ». 2 Gerard in The Month LXXXIII 10 s. II Gerard cerca (p. 12 ss.) di render verosimile, che prima della morte del Bates la confessione esibita dal governo non esisteva ancora. II Gardiner (I 243, 270) ritiene col Jardine dimostrata la colpa del Greenway. Cfr. Gerard loc cit. 360 s. 3 Gardiner I 260, 270. 4 Gerard in The Month LXXXIII 15 ss. 5 Vi si dice, che è « plain and evident from the examinations that all three had been peculiarly practisers in the plot, and therefore no less pernicious than the actors and counsellors of the treason » (in Lingard IX 58) 6 Essa fu celebrata per 250 anni. Gardiner I 286.