Le tristi condizioni finanziarie della Santa Sede. 81 imposte 1 e dette luogo a ulteriori deliberazioni. Fra le diverse proposte fatte nell’autunno dell’anno suddetto presenta uno speciale interesse un parere particolareggiato redatto per Paolo Y dal chierico di camera Malvasia.2 Nell’introduzione l’autore insiste su quanto sia giustificato il proposito del papa di metter ordine nelle finanze, poiché gl’interessi che la S. Sede ha da pagare, assorbivano ormai la totalità dell’entrata, dimodoché si è costantemente nell’imbarazzo per provvedere alle spese correnti; e se subentra un bisogno straordinario, non si sa più da che parte voltarsi.3 Il Malvasia discute quattro modi possibili di riforma finanziaria: nuove imposte, risparmi, riduzione del tasso d’interesse per i prestiti di stato e prelevamento di danaro dal tesoro di Castel S. Angelo. L’introduzione di nuove imposte è da lui dichiarata impossibile, anche a prescindere totalmente dal fatto ch’essa non corrisponde neppure alle vedute del papa. Neppure col tentativo di economie c’è da andare avanti, in considerazione dei debiti rilevanti e delle esigenze imponenti. Rimanevano perciò solo le 1 * « E per pagare la soldatesca e provisioni non parve bene toccare li denari di castello sì per non privarsene così di subito come per riputatione e mostrar che si poteva fare la guerra e non metter mano al denaro reposto. Spinto però dalla necessità messe alcune gravezze a popoli, ma hebbe consi-deratione che li poveri ne patissero manco d’ogni altro e che tanto fosse pagato dalli essenti quanto da non essenti e tanto da terrazzani quanto da forastieri. Fu però augmentato tanto il prezzo della carta, del sale e della carne e sopra essi assegnamenti prese alcuna somma di denari ad interesse. Si accomodorno poi li rumori e Sua S*& levò l’impositioni sopra la carta e sale e lasciò quella della carne per due cause. L’una acciò con questo assegnamento si estinguesse il debito fatto per le sudette occasioni. L’altra acciò si estinguessero anche gli altri debiti e l’entrate, che avanzavano, potessero supplire alli bisogni futuri per non havere a gravare la città di nove impositioni » (Costaguti, * appunti, o.l. Archivio Costaguti in Roma). La soppressione dell’imposta sulla carta seguì al principio del maggio 1607; v. 1’* Avviso del 5 maggio 1607, Biblioteca Vaticana. Per ottenere il pareggio delle finanze scosse, Paolo V aveva soppresso il 23 dicembre 1605 una serie di privilegi e di immunità dei suoi predecessori , affine di avvantaggiare gli introiti della Camera pontificia; v. Meyer, Nuntiaturberichte Liv. 2 Vedi * Per sollevare la Camera Apostolica. Discorso di mons. Malvasia, 1606, utilizzato dal Ranke (III6 9 e 109* s.)ma senza indicazione del luogo ove 1 aveva trovato. Io ho rinvenuto questa relazione diretta a Paolo V nel God. 39 B. 13 pp. 122-127 della Biblioteca Corsini a Roma. Il tempo della redazione risulta dall’* Avviso del 23 settembre 1606, Biblioteca v a t i c a n a . Il Malvasia, nato a Bologna, fu sotto Clemente Vili « foriere » (v. Moroni XXIV 146) ed appartenne secondo il Costaguti sotto Paolo V alle Congregazioni « per la militia » e « del saldo de conti », v. Appendice nn. 22-25. Secondo 1’* Avviso dell’ 11 gennaio 1606 (Biblioteca Vaticana) egli fu anche prefetto delle prigioni di Roma. 3 In modo del tutto simile si esprime anche G. B. Costaguti in un memo- riale per Paolo V, da lui incluso nei suoi * appunti (c. 2). Archivio Co- etaguti in Roma.- Pastob, Storia dei Papi. XIX, 6