Persecuzione protestante contro il vescovo Fliigi e i cattolici di Coira. 319 tamente l’energico vescovo. Giorni migliori spuntarono per lui solo quando il nunzio Aquino si mise di mezzo. Riuscì a lui di far cambiare idea e di rappacificare l’inviato francese, il quale perseguitava il Fliigi come ispanofìlo.1 Nel novembre del 1610 Fliigi potè tornare nella sua residenza, ma la persecuzione da parte dei predicanti non posò che per breve tempo. Su loro istigazione il Consiglio comunale di Coira emise il divieto per tutti i cittadini di partecipare al culto cattolico nella cattedrale. Per il Natale del 1611 furono posti sorveglianti per accertarsi se fra gli intervenuti alla cattedrale non vi fossero cittadini di Coira travestiti da donna ! Mentre così non si tollerava nella città episcopale nessun cittadino cattolico, i protestanti formavano, adoperando la forza, comunità loro in ogni luogo cattolico ove fossero un paio di abitanti riformati.2 Poiché Fliigi cercava di proteggere i cattolici, gli avversari decisero di farlo prigioniero, il che egli prevenne il 27 maggio 1612 colla fuga. Il castello vescovile in Coira venne novamente occupato e saccheggiato. Un decreto delle tre Leghe proibì di studiare presso i Gesuiti, pena la morte. Il vescovo potè tornare a Coirà solo nell’autunno 1614; ma si trovò talmente impedito nella sua attività che pensò di deporre l’ufficio o di prendere un coadiutore. Ma questi progetti, favoriti anche da Roma, non si poterono attuare. Il Fliigi, la cui posizione in Coira era adesso come prima straordinariamente pericolante, cercò almeno di lavorare nelle altre parti del suo vescovato per il rinnovamento della vita ecclesiastica. Così egli visitò il paese di Sarganser, il Wahlgau e Feldkirch. In quest’ultimo luogo e a Merano egli favorì l’introduzione dei Cappuccini.3 Egli avrebbe volentieri fatti venire anche i Gesuiti nella sua diocesi,4 ma ciò fu impedito dalla pressione esercitata dai protestanti. Le condizioni ecclesiastiche dei Grigioni decadevano sempre più. Solo i pochi sacerdoti che venivano presi dal Collegio elvetico di Milano potevano esser chiamati ancora con verità pastori delle anime; gli altri conducevano una vita addirittura scandalosa. Nel 1620 l’arciduca Leopoldo riferiva al nunzio pontificio che il primo atto compiuto da quei parroci, scelti dal popolo senza concorso del vescovo, era di prender moglie.5 In tali 1 Vedi la relazione di Aquino in Mayer, Konzil von Trient II 310. L’* I-struzione per Aquino tratta esaurientemente della situazione in Coirà (Barb. 5243, Biblioteca Vaticana). Numerose lettere di Aquino e del suo successore Feliciani sono pubblicate nel Bollett. stor. d. Svizzera 1902, 35 s., 154 s., 191«- e 1903, 28 s., 71 s., 124 s., 147 s. * Vedi Mayer, Chur II 355. 3 Cfr. P. Agapit, Das Kapuzinerkloster in Meran 11. 4 Cfr. la lettera del Fliigi al rettore del collegio d’Innsbruck dell’8 ottobre-1618, Archivio vescovile di Coira. 5 Vedi Quellen zur schweizer. Gesch. XXI 622 s.