Marcantonio de Dominis. - Esecuzioni capitali in Roma. 223 A Londra, ove Giacomo I l’accolse con gioia, egli passò pubblicamente, nella chiesa di S. Paolo, alla Chiesa anglicana,1 e n’ebbe dal re parecchie pingui prebende.2 Secondo l’uso degli apostati, l’infelice attaccò ora nel modo più violento l’abbandonata Chiesa materna. Nel .163 7 egli pubblicò in Londra la prima parte di un libro sulla costituzione ecclesiastica, in cui si negava il Primato. Uno scritto del De Dominis pubblicato contemporaneamente anonimo era nello stesso senso. Vi si aggiunse nel 1619 la pubblicazione della Storia del Concilio di Trento del Sarpi con una dedica al re Giacomo, contenente i più violenti attacchi contro la Chiesa cattolica.3 Tutti questi scritti furono proibiti dalla Congregazione dell’indice4 ed i nunzi pontifìci incaricati d’impedirne la diffusione.5 Solo pochissime esecuzioni capitali di eterodossi ebbero luogo in Roma sotto Paolo Y, e si trattò quasi sempre di recidivi induriti;6 o di sacrilegi perpetrati, specialmente contro il Santissimo Sacramento dell’altare.7 Riguardo alle condanne a morte, occorre considerare che la giustizia criminale civile infliggeva spesso questa pena per trascorsi molto minori. In Lombardia essa veniva applicata nel secolo xvi non di rado per un tozzo di pane portato via violentemente o per un bacio dato in pubblico a una ragazza. Chi parlava contro il Governo si esponeva a pericolo di morte.8 Coloro che innanzi all’inquisizione abiuravano i loro errori, se la cavavano con pene più o meno lunghe di carcere o di 1 Yi si trovò una folla d’inglesi distinti, di cui molti non comprendevano una parola d’italiano; vedi Reumont loc. cit. 319. “Vedi Bentivoglio, Nunziat. di Francia I n. 62, 215. 8 Cfr. sopra pag. 159. * Vedi Reuscii II 402 s. Cfr. Baumgarten, Newe Kunde 235. 5 Vedi Cauchie, Instructions 70; Bentivoglio loc. cit. n. 32, 363, 364, 680. Cfr. ivi nn. 2144, 2166 le prove di quanto in Roma si temesse, che il De Dominis potesse recarsi in Francia e diffondervi le sue idee. Come avversario letterario intervenne il cappuccino Zacc. Boverio: Censura paraenetica in IV libros de republica ecclesiast. M. Ànt. de Dominis, nuper archiep. Spalai., nunc vero S. li. E. apostatae et haeretici, Mediol. 1621. 6 Arsione di un rinnegato recidivo nell’aprile 1609 in Reusch, Selbstbio-graphie Bellarmins 232 s. Cfr. Rodocanacihi, Béforme II 439 s. L’* Avviso del 30 luglio 1611 annuncia l’arsione di un Ebreo recidivo di Pavia (Biblioteca Vaticana). Gli Ebrei di Roma furono sotto Paolo V protetti ripetutamente mediante editti contro oppressioni (vedi Gobi, Archivio, anno V, Spoleto 1879, 279); ma casi di frode (vedi * Avviso del 24 settembre 1605) e di usura (18 % (!) vedi * Avviso del 18 febbraio 1612, Biblioteca Vati c a n a) ed altri eccessi (* « Editto contra Hebrei et altri afferenti alle vendite de pegni in Piazza Giudea », del 22 dicembre 1615, in Editti V 10 pag. 121, Archivio segreto pontificio) venivano puniti. Cfr. anche Rodo-canachi, Le St.-Sièye et les Juifs, Parigi 1891, 54 s. 190. 7 Un caso del genere in Orano, Liberi pensatori bruciati in Roma, Roma 1904, 94 s. 8 Esempi in Arch. stor. Hai. Ili 223, 550, 551. Cfr. Fumi, L'Inquisizione Romana 301.