Sensazione prodotta dall’atteggiamento del Sarpi. Ili In Francia, ove i Gallicani applaudivano ai Veneziani, in Germania e Olanda ove altrettanto facevano i protestanti, comparvero traduzioni di taluni degli scritti polemici nelle lingue rispettive, tino in Spagna comparve una difesa del papa.1 Marsiglio e Sarpi furono citati a Eoma a giustificarsi e incorsero nella scomunica maggiore; non essendosi presentati, i loro scritti furono colpiti dalla condanna dell’inquisizione romana.2 L’eccitazione tanto del mondo cattolico quanto del protestante si comprende facilmente; da una parte si temeva, dall’altra si sperava che anche per l’Italia fosse sorto un Lutero, che questa volta chiamasse all’apostasia da Roma, nel centro stesso del mondo cattolico.3 In fatto, la repubblica, sotto la direzione del Sarpi, aveva fatto dipendere l’accettazione dei brevi papali da un esame preliminare - in altri termini - dal suo arbitrio ; di qui fino alla negazione completa dell’autorità pontificia non vi era più che un passo. Inoltre il Sarpi, con le sue vedute circa i rapporti fra Stato e Chiesa, si poneva in contrasto con la concezione finora tenuta dagli scienziati, e gettava così alla scienza più antica il guanto di sfida. Appunto qui risiede, secondo gli ammiratori del Sarpi, il valore di questi scritti, coi quali egli sarebbe divenuto un pioniere e uno dei fondatori dello Stato moderno. È perciò indispensabile dare un breve concetto sotto questo rispetto degli scritti del Sarpi. Il punto di partenza della concezione cattolica circa i rapporti non venne allora dato alle stampe; v. R. db Scorraii.le, Suarez II 121 ss. Gli scritti dei gesuiti Fern, de la Bastida, Bellarmino, Comitoli, Ben. Giustiniani, Gretser, Henriquez e Possevino intorno al conflitto sono elencati dal Sommervogel (I 1006, 1208-1210, II 1342, III 1490, 1777, IV 276, VI 1085). I n elenco di scritti sopra il conflitto nella Bibliotek von seltenen und sehr seltenen Büchern numero 9, Norimberga 1780, 316-380. 1 Pièces du memorable procès esmeu Van 1606 entre le Pape Paul V et les Seigneurs de Venise, touchant Vexcommunication du Pape publice contre iceux Venitiens, trad. de Latin et d'Italien, à S. Vincent 1607. Alcuni scritti gallicani nel Goldast I 674 ss., Ili 405 ss. 430 ss., alcuni scritti tedeschi e olandesi sono elencati dal De Bäcker, Biblioth. I 519 s. Ristampa dello scritto di Bastida Leon 1607. 2 Con essi fu citato per le sue prediche anche il francescano Manfredi, v. Sarpi, Opere varie 169-181; Bianchi-Giovini 156, 162; Reuscii, Index II 321. La scomunica del Sarpi, del 5 gennaio 1607, nell'Arch. stor. ital. 4a Serie IX (1882), 154; Cicogna, Iscrizioni Veneziane VI 878; Castellani, Lettere IX. 3 « Hinc eorum [dei teologi veneziani] opuscula cudunt et recundunt [haeretici], et in germanicam linguam vertunt, ut Germani videant, in Italia quoque Saxonico evangelio aliquam ianuam patefactam esse » (Gretser, C'onsiderationes loc. cit. c. 5: Opera VII 449). Gli ugonotti Scaligero e Casau-kono elogiarono il «gran Paolo » (Prat II 489, 499); altri per contro opinarono, riferendosi ai sette teologi di Stato, che i sette savi della Grecia avessero trovato un contrapposto nei sette stolti di Venezia (ibid. 487).