620 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XII. alcuni pezzi pregevolissimi del vecchio S. Pietro, che il vescovo locale Giovan Battista Simoncelli aveva ottenuto per l’adornamento della sua cappella. Sull’altare di questa si trova un gran medaglione in mosaico, su disegno di Giotto, rappresentante un angelo a mezzo busto, che proviene dalla Navicella. Anche altri resti della basilica costantiniana, una croce di porfido, un gran bassorilievo e due figure in marmo dei Principi degli Apostoli furono potuti adoperare dal Simoncelli per decorazione della sua cappella.1 Per quanto siano a deplorare questi stomi, pure nell’oscurità sacra delle Grotte è conservato tanto, specie dei grandi monumenti del quattrocento, anche se disperso e frantumato, ch’esse possono essere chiamate il museo più splendido della prima rinascenza. Il merito di Paolo Y per questo museo può essere apprezzato a pieno, solo ove si pensi con quale indifferenza e mancanza di riguardo avesse proceduto coi monumenti del passato, al tempo di Giulio II, Bramante, « nella piena coscienza della propria genialità creatrice ».2 Rimarrà perpetuamente memorabile, che un papa dell’età barocca abbia mostrato verso quei monumenti più comprensione e rispetto che non gli spiriti direttivi della Rinascenza matura, i quali giunsero a immurare spietatamente nelle fondamenta pezzi preziosi.3 Che anche sotto Paolo Y non si siano adoperati, nel trasporto dei monumenti dall’antica chiesa di S. Pietro nelle Grotte, la circospezione ed il riguardo necessari, è certo assai deplorevole, ma si spiega col fatto che la protezione e la cura dei monumenti sono conquiste appartenenti solo ad età assai più tarde.4 Poiché la cappella sotterranea presso il sepolcro del Principe degli Apostoli non poteva essere aperta a tutti, Paolo V aveva deciso già nel 1611,5 per facilitare l’accesso a quel luogo sacro, di far collocare, come in Laterano e nella Cappella Sistina in S. Ma- 1 Vedi MuSoz nel Bollelt. d'arte V 161 ss., VI 239 ss., VII 264 ss.; N. S. 1922, 566 ss. Cfr. Orbaan, Abbruch 49, 61, 66: Cerrati 20, 109; Arte cristiana 1916, 116s.; Lanciani, Wanderings through ancient Roman Ghurehes, Boston 1924, 106 s. Sul grande mosaico donato da Paolo V al fiorentino Antonio Ricci, rappresentante Maria mediatrice fra Dio e gli uomini, che si trovava sopra la Porta Santa e che il Ricci (dal 1612 vescovo d’Arezzo) a sua volta dette alla chiesa di S. Marco in Firenze, vedi L. Ferretti nella rivista Roma aeterna VI (1926) 232 s. Anche il museo del Campo Santo tedesco serba resti dell’antica Confessione e due facciate anteriori di sarcofagi, venute alla luce nella rinnovazione del vestibolo di 8. Pietro c che erano state adoperate, capovolte, per il pavimento di esso. 2 Vedi Steinmann loc. cit. 323. Cfr. la presente opera III 739. 3 Vedi Escher, Barock 17. Cfr. Róm, Ouartalschr. 1911, 165*. 1 Recentemente taluni monumenti sono stati trasportati dalle Grotte nel nuovo Museo di S. Pietro; Vedi Guida del Museo di S. Pietro (1925). 5 Vedi VAvviso in Orbaan, nocumenti 184.