402 Paolo V. 1605-1621. Capitolo Vili. martirio; il corpo livido, bianco, risalta come uno spettro sull’oscuro cielo notturno.1 I famosi quadri d’altare di Anversa rappresentano gli ultimi atti del dramma sul Golgota. La drammaticissima Erezione della Croce, trasportata più tardi nella Cattedrale, era stata dipinta nel 1610 per la chiesa locale di S. Yalpurga. Colla tremenda tensione degli erculei famigli del carnefice, che puntano i piedi contro la rupe a fin di sollevare completamente il legno del martirio, il maestro volle esprimere simbolicamente che Colui che pende dalla croce porta il peso dei peccati di tutta l’umanità.2 La mite rassegnazione del Eedentore risalta con tanto più effetto accanto alla brutalità ed all’odio furente dei suoi martirizzai ori.3 Questo spiegamento di forza senza pari, che porta l’impronta dell’arte caravaggesca,4 produce una impressione ultra potente. Mentre qui la parola è data alla potenza brutale, l’angoscia silenziosa degli addolorati si esprime commoventemente nel secondo quadro d’altare colossale, che ora adorna il Duomo d’Anversa: la Deposizione dalla Croce, terminata nel 1612. Due uomini, su scale a piuoli, si piegano sul braccio trasversale della croce e fanno scivolar giù il cadavere sopra un lenzuolo di lino. Lo ricevono in basso Giovanni, Giuseppe d’Arimatea, Mcodemo e le Sante donne. Un chiaro torrente di luce ultraterrena cade sul corpo del Eedentore, ch’è il punto focale in cui convergono sguardi, sentimenti, pensieri, l’intera attività dei presenti. In questa perfetta compattezza della composizione e nel felice ordinamento dei gruppi il Eubens supera tutti i suoi predecessori. Si capisce che questa rappresentazione infiammata da un senso di fede sia rimasta per lungo tempo un modello.5 A queste opere grandiose, colle quali il Eubens foggiò « la forma definitiva dell’altare barocco dipinto 6 dei Paesi Bassi », si aggiunge un’altra opera magistrale di arte religiosa, destinata all’altar maggiore della chiesa dei Becolletti in Anversa, Cristo in croce fra i 1 Vedi Keppler, loc. cit. 301. Cfr. Rosenberg Nr. 45 e 46. 2 Vedi Waagen, Kleine Schriften, Stoccarda 1875, 253. 3 Vedi Rooses 131 s.; Oldenbourg, Hubens 73 s.; Fromentin 84 s. 4 Vedi Oldenbourg in Jahrbuch der österr. Kunstsamml. XXXIV (1918) 174. 6 Vedi Rooses 166 s.; Keppler, loc. cit. 295»., il quale respinge a ragione la critica ingiustificata del Cartier (La Renaissance itaUenne et son influence en Europe: Lettres chrétiennes, Lille 1880, 364). Cfr. anche Waagen loc. cit. 256; Burckhardt, Erinnerungen 115, 132 s.; Oldenbourg 8, 88; Fromentin 75 s. Il principe Giovanni Giorgio di Sassonia ha richiamato l’attenzione sopra una Deposizione dalla Croce del Rubens nella chiesa di S. Nicolò a Kalisz in Polonia (Die Kunst im slawischen Osten, Colonia 1919, 29). Il quadro è un dono del segretario di corte di Sigismondo III, Pietro Zermoski; ve n’è una replica in Arras; vedi Kunstchronik N. S. XXIII 271. 6 Vedi Clemen , Belgische Kunstdenkmäler II, Monaco 1923, 181 s.