Morte del gesuita Skarga. 505 Più sensibilmente che da falsificazioni e pasquinate di simil genere, i Gesuiti polacchi furono colpiti dai gran vuoti aperti in questo tempo dalla morte nelle loro file. L’un dopo l’altro rapidamente scomparvero gli antichi campioni: dapprima nel .161.1 il grande Possevino, poi nel 1612 Gaspare Petkowski e Giusto Rabe. Seguirono a questi: il 27 settembre dello stesso anno Pietro Skarga, nel 1613 l’apostolo della Lituania Stanislao Grodzicki, nel 1615 Martino Laski.1 La morte dello Skarga fu pianta profondamente in tutta la Polonia.2 La nazione perdette con lui non solo il suo più gran predicatore, ma anche uno dei suoi figli più fedeli.3 Il domenicano Birkowski, il quale ne pronunciò l’elogio funebre, lo chiamò un secondo Elia. Di fatto questo semplice religioso, nelle sue famose prediche della Dieta 4 innanzi al re ed ai magnati polacchi, aveva scoperto con intrepidezza ammirevole ed acume raro le piaghe politiche e sociali, e presagito, ove esse persistessero, la rovina del potente Stato: « Se voi non vi correggerete, i paesi congiunti a questo Regno faranno defezione, e il vostro impero sarà conquistato. Voi non avrete più un re del vostro sangue, anzi sarete cacciati dal vostro stesso paese e diverrete lo scherno dei vostri nemici e padroni ». Nella esortazione alla penitenza pubblicata il 16.10,5 il «Crisostomo polacco» compendiò ancora una volta in guisa commovente gli ammonimenti diretti alla sua diletta nazione. Dispensato due anni più tardi, dietro sua preghiera ripetuta, dall’ufficio di predicatore di Corte e confessore di Sigismondo III, tenuto da lui esemplarmente per ventiquattro anni, egli si ritirò a Cracovia, ove presto lo colse la morte, in età di 76 anni. La memoria di quest’uomo, insigne come predicatore, missionario e scrittore non meno che come patriota, è rimasta viva fino ad oggi nel popolo polacco. Il suo significato per la minacciata Chiesa di Polonia è analogo a quello del Canisio per la Germania e del Coton per la Francia. II 2, 675 s. Cfr. anche v. Aren in Précis hist. 1881, 261 ss. 344 s., 432 ss.; ivi 1890, 83, s., la dissertazione del Sommervogel; I. Reiber, Mónita secreta, Augsburg 1902; Fr. Rodríguez, Os Jesuítas e a Mónita secreta, Roma 1912; Brou, Les Jésuites de la legende I, Parigi 1906, 275 s.; Albers in Studien 1916, 136 s.; Abt in Ètudes LXII 106-116. Una edizione senza data, stampata di-cesi, a « Roma, Tipografia della Propaganda », in versione italiana reca l’imprimatur (invece del Nihil obstat) di un certo P. Generale Felice Aconiti che non è mai esistito. 1 Vedi Wielewicki XIV 40, 58, 63, 72, 98, 148. Sopra questo ed altri scrittori gesuiti polacchi vedi Hurter I 174. 2 Cfr. la letteratura speciale indicata nel voi. IX 684, n. 2. 3 Vedi Berga 259. 4 II Berga (263-372) tratta in maniera particolareggiata ed imparziale dello Skarga come predicatore. s Inmtatio ad poenitentiam incolarum regni Poloniae et Magni ducatus Lituayiiae; vedi Rosentreter nel Freib. Kirchenlex. XI2 393.