La lettera di Paolo Y allo Zar Demetrio. 489 specialmente le relazioni ottimistiche del cardinal Maciejowski 1 e le comunicazioni del Lawicki, tutto infatuato per Demetrio, rafforzarono in Paolo V la speranza che l’autocrate russo effettuerebbe la riunione del suo impero colla Chiesa. Per sfruttare l’occasione favorevole, il Lawicki venne rinviato da Eoma a Mosca già il 10 aprile 1606. Egli portava una lettera con questa data, in cui Paolo Y esprimeva chiaramente le sue aspettazioni. « Poiché tu, vi si dice, puoi presso il tuo popolo tutto ciò che vuoi, comandagli dunque di riconoscere il Yicario di Cristo sulla terra ».2 Nelle lettere dirette dal papa al padre di Marina ed a questa medesima, raccomandava al primo i Gesuiti, specialmente il Lawicki, ed esortava lei a guardare che i protestanti non acquistassero alcuna influenza su Demetrio.3 Le istruzioni date al Lawicki riguardavano la guerra turca, per la quale il papa assicurava il suo aiuto; si rilevava che sarebbe stato desiderabile per tale impresa, che Demetrio e Sigismondo dimenticassero i loro contrasti, del resto il papa si sarebbe dato premura di favorire il prestigio dello Zar.4 Il cardinalato del Eangoni è caratteristicamente passato in silenzio. Quale impressione avesse fatto questa preghiera sul papa, proprio in simili affari assai geloso della sua indipendenza, 10 si può comprendere dal fatto, che il Eangoni venne richiamato 11 3 giugno 1606 dalla sua nunziatura.5 Nessuna speranza di soddisfazione v’era anche per il desiderio di Demetrio riguardante la dispensa per la sposa, poiché a questo proposito già il 2 marzo 1606 l’inquisizione romana, sotto la presidenza del papa, aveva preso ad unanimità una decisione completamente negativa.6 Come quando si era trattato dell’incoronazione di Sigismondo III a re di Svezia,7 così anche adesso la Santa Sede, sia pure per un vantaggio così grande, non si allontanò nep-pur di un capello dai principi ecclesiastici, e mantenne rigorosamente fermo il divieto di partecipazione ad un atto di culto acattolico.8 Contemporaneamente al soggiorno del Lawicki in Eoma, si trovava in Mosca come inviato del papa il conte Alessandro Eangoni. Il suo ricevimento e le dichiarazioni fattegli lo conquistarono così completamente allo Zar, ch’egli fece una parte del tutto pas- 1 Cfr. Pierling, ivi 263. 2 Vedi Turghenjev II n. LXXVI, p. 90. 3 Vedi Pierling, La Russie III 231. 4 Vedi Wielewicki loc. cit. 122 s. J Pierling, La Russie III 240. 8 Vedi ivi 248. Gir. la presente opera, vol. XI 385. 8 Cfr. a questo proposito anche i Brevi di Paolo V ai cattolici inglesi (>el 22 settembre 1606 e 22 settembre 1607, sopra.