Reazione cattolica e cause del «Macello di Valtellina». 321 morte. Alla fine dell’ottobre 1619 un nuovo tribunale penale a Davos (che entrò - cosa caratteristica - in rapporto epistolare col re rivoluzionario di Boemia Federico Y) inflisse altre multe, e pronunciò l’espulsione dei Cappuccini e degli ecclesiastici stranieri dalla Valtellina.1 Questo governo di terrore,2 specialmente l’omicidio del Busca, che era apprezzato come una delle colonne dell’antica Chiesa,3 irritò all’estremo i cattolici della Yaltellina. Essi formavano la maggioranza, e già da lungo tempo sopportavano solo digrignando i denti l’oppressione, l’arbitrio e la coercizione religiosa della signoria delle Leghe.4 Non fu pertanto diffìcile al Feria, il luogotenente spa-gnuolo di Milano, per mezzo del cavalier Jacopo Robustelli, parente dei Pianta, e di altri sbanditi, d’indurre i Valtellinesi, sempre inclini per lingua e stirpe verso la Lombardia, e timorosi dei mali peggiori per le loro condizioni religiose future, al massacro di quasi tutti i protestanti in Tirano, Teglio e Sondrio (19-23 luglio 1620).5 In questo spaventoso « Macello di Valtellina » la religione servì agli Spagnuoli di pretesto per coprire il fine propriamente politico. Poiché la strada più breve e comoda fra Milano e il Tirolo passava per la Yaltellina, importava eminentemente alla Spagna di assicurarsi della splendida valle dell’Adda. Fintantoché il duca di Lerma esercitò a Madrid l’influenza decisiva, questi disegni bellicosi non ebbero nessuna prospettiva di realizzazione.8 Allorché questo 1 Vedi IIaffer 55 s., 75 s.; Mayer, Chur II 270. Cfr. anche Clemente da Terzorio, Istoria d. missioni dei Cappuccini 497 s.; P. Albuin, Kompass fiir die Reformationsgesch. Graubiindens, Innsbruck 1910, 15; P. Buzzetti, Nicola Rusca, Como 1913. 2 Giudizio del Dieratjeb (II 467). 3 Vedi la relazione di Aquino in Mayer II 323. Cfr. anche il giudizio dell'autore della relazione sopra la strage di Valtellina nell’Archiv fiir schweiz. Gesch. VI 246. 4 Botero accerta questo (Relaz. univ. Parte terza I, Brescia 1599, 20 s.) già nel 1596. Molti esempi della dura oppressione, negata dal Broscii [Zeitschr. /. Kirchengesch. XXII 109), in Balan VI 700. Una raccolta dei gravami, come giustificazione della sollevazione dei cattolici, nel memoriale * « Ragioni della revolutione ultimamente fatta in Valtelina contra la tirranide de’ Grigioni et heretici », Ottob. 2335, p. 63 s., Biblioteca Vaticana. Alcuni Gesuiti, sebbene nativi della Valtellina, furono espulsi nel 1613; vedi Dòl-Linger—Reusch, Moralstreitigkeiten I 554 s., II 264 s. s Circa la maniera vergognosa con cui il promotore della strage, Giacomo Robustelli, abusò del nome del papa, cfr. la relazione di un testimonio oculare iiellV4re/(ir /. schweiz. Gesch. VI 250. Il numero delle vittime, secondo il Die-hatjer (II 470), ammontò a circa 400,, secondo altri a circa 500 (vedi Balan ' I 704, ove è un’abbondante bibliografia). Furono uccisi anche cattolici, che si erano attirati lo sdegno dei loro correligionari appassionatamente eccitati o per non aver partecipato al macello, o per una aperta opposizione a quell’orrore rivoltante. Taluni furono determinati a partecipare alla strage da cupidigia e da bramosia di denaro; vedi Haffter 82 s. Su Feria come promotore dell’eccidio vedi Broscii nella Zeitschr. f. Kirchengesch. XXII 110 s. 8 Cfr. Rott, Philippe III et le due de Lerme. Parigi 1887, 27. 21 Pastor, Storia dei Papi, XII.