37 lano naturalmente col pensiero a que’sacri banchetti^ quelle feste, in cui un popolo di santi sedeva a pubblica mensa. Che se il lusso e le sopravvenute ricchezze hanno loro mutato aspetto, esse tengono ancora della antica origine loro: egli è principalmente in tai giorni chesi rannodano i legami delle famiglie: in tali giorni più clic mai si desidera d’cssorc rallegrati dalla presenza de’ nostri cari, ed è ben misero cd abbor-rito colui che siede in simili giorni solitario alla deserta sua mensa. Ogni famiglia invita al suo desco alcun commensale, non si crederebbe di terminar bene l’anno, ornai vecchio e morente, ove imbandito non fosse un piatto di più, c la donna del povero artigianello, se non ha altronde, mette pegno il gonnellino d’estate per poter banchettare almeno la prediletta comare con l’anguilla della stagione. Ecco pertanto ai primi tocchi dei sacri bronzi, che diffondono intorno la gioia, le botteghe ed i fondachi si chiudono, le faccende hanno tregua , si spopolano di genti le vie , ogni famiglia si chiude dentro a’suoi lari, e l’uomo, almeno per un istante, abbandona le coti-diane sue cure, e il travagliato pcnsier della vita, per non respirare che pace cd amore , e pascersi nelle soavi illusioni del cuore. Si direbbe clic in tal momento il mondo intralasciasse d’ esser perverso , e che la felicità passeggiasse V App., f'ol. /. 3