28 Paolo V. 1605-1621. Capitolo I. ed al quale anche i Francesi si mostrarono inclinati, per non urtarsi col nepote di Clemente YIII. Anche Montalto fece buon viso a questo candidato, ancorché non molto volentieri. Assai vivamente si erano adoperati per Tosco, Este, Cesi, Bevilacqua e Monte. Pio, che aveva avuto con Tosco dei diverbi, fu calmato da Bevilacqua. Solo tre dei cardinali nominati da Clemente YIII, che come regolari agivano santamente, con scrupolosa coscienza rigettarono la candidatura di Tosco,1 cioè gli Oratoriani Baronio e Tarugi e il gesuita Bellarmino; inoltre si mostrarono avversi anche i cardinali Taverna, Pio e Olivier.2 L’opposizione contro l’innalzamento di Tosco era fondata. Tosco, sebbene fosse un valente giurista, solo in età avanzata era diventato sacerdote, ma aveva conservato della sua antica carriera militare modi così rozzi, cosicché sebbene settantenne non sembrò adatto alla dignità di sommo pastore. Gli si rimproverava di usare senza ritegno delle espressioni scandalose del gergo popolare, ciò che i suoi amici cercarono di scusare come lombardismi.3 I partigiani di Tosco tentarono il 16 maggio, di innalzarlo a papa mediante adorazione. In questo momento critico, Baronio fece sentire tutta l’importanza della sua dignità. Mentre Aldobran-dini e Montalto si recavano coi loro partigiani all’elezione, s’incontrarono nella Sala Ducale con Baronio e Tarugi. Aldobrandini e Aquaviva invitarono Baronio ad unirsi a loro. Ma questi dichiarò ad alta voce, che l’elezione d’un uomo, il quale tradiva nelle sue maniere e nel suo linguaggio così chiaramente l’antico soldato, avrebbe suscitato ovunque grave scandalo; che egli, Tarugi e Bellarmino non intendevano causare uno scisma, ma che essi sarebbero gli ultimi a consentire ad una simile decisione.4 Questa dichiarazione coraggiosa fu decisiva. Montalto si ritirò dall’appoggio di Tosco, osservando che sarebbe meglio eleggere il santo vegliardo, che aveva parlato così giustamente e senza timore. Allora Giusti- 1 Vedi oltre ai Conclavi I 357 s.: la * Lettera di F. Cornaro del 21 maggio 1605, Cod. C. 20, Archivio Boncompagni in Roma. Cfr. anche la * Lettera di P. Federighi del 31 maggio 1605, Biblioteca Vaticana loc. cit. 2 Vedi la * Relazione di Foresto del 14 maggio 1605, Archivio Gonzaga in Mantova. 3 Vedi Conclavi I 358. Cfr. Ratti, Opuscolo 46, e la * Relazione di Foresto del 19 marzo 1605, Archivio Gonzaga in Mantova. Vedi anche la Relazione presso Calenzio 937 ss. È del tutto errato, se Wahrmund (120) scrive, che solo, alcuni Spagnuoli di una fede estremamente rigida abbiano trovato Tosco troppo mondano. 4 Cfr. oltre a Du Perron, loc. cit., anche la Relazione francese presso Denis loc. cit. 3; Nani presso Mutinelli III 97; Paravicini presso Gindely I 113;* Relazione di F. Cornaro loc. cit. e la * Relazione diG. Magni del 18 maggio 1605, Archivio Gonzaga in Mantova. Vedi anche la * Lettera di P. Federighi del 31 maggio 1605, loc. cit.