664 Paolo V. 1605-1621. Capitolo XII. Appena qualche altra famiglia ha lasciato a sè in Roma, come quella Borghese, monumenti splendidi e duraturi: Chiese, cappelle, palazzi, acquedotti, fontane, strade, ville e giardini, parlano dell’energia artistica e di pubblico vantaggio di questa prosapia-Tanto il Papa come il suo Nepote consideravano come uno dei-loro compiti più importanti l’abbellire l’Eterna Città. Essi, così, come veri romani, agirono non solo per il bene della loro città natale, ma con questo vollero accrescere anche lo splendore del papato.1 Come i nomi di Giulio II e di Sisto Y, così anche i loro restano scritti per tutti i tempi a caratteri d’oro negli annali della storia dell’arte e della coltura. 1 Vedi ciò che scrive Giovanni Tommasi nel suo « Tractatus de cardina-libus» (Cvd. X. VI 18 della Biblioteca Casanatense in Eoma) riportato da Maes Villa Borghese, 59 s. «Paolo V, giudica Escher (Barock„ 16), era per la sua energia e per la sua risolutezza la persona adatta per dar nuovo aspetto a Eoma nel senso di Giulio II e di Sisto V, anzi egli non solo» cercò rivaleggiare con quest’ultimo, ma superarlo per la quantità, la grandezza e la maestosità delle imprese».