Villa Borghese; il Casino. 659 sto nella prossimità del muro di cinta, un tempietto dorico rotondo, sopra una grotta ricoperta d’edera e destinata a cantina, serviva da sala da pranzo durante la calda stagione estiva, così per esempio nel luglio 1614, allorché l’ambasciatore di Spagna visitò la villa.1 Dietro il Casino si stendeva verso oriente, quasi ugualmente grande, la seconda parte della villa, che rivaleggiava colla prima in fontane dai getti gorgoglianti ed in statue di marmo. Nel mezzo stava un obelisco, portante in cima l’aquila dei Borghese. Nella parte meridionale si elevava un edifìcio con stalle, rimesse e locali per la servitù. Il muro di cinta settentrionale era rivestito di una decorazione da teatro, le cui colonne, statue di divinità ed iscrizioni antiche offrivano un quadro estremamente pittoresco.2 Nel mezzo si leggeva sopra una lastra di marmo l’iscrizione molto discussa: Chiunque tu sia, solo che tu sia un uomo libero, non temere qui i vincoli delle leggi! Ya, dove tu vuoi, chiedi ciò che desideri, torna via quando vuoi. Più ancora che per il proprietario^ qui tutto è apparecchiato per lo straniero. In questa età dell’oro,, che promette una sicurezza universale, il padrone della casa non vuole a gente bene educata imporre nessuna ferrea legge. Il godimento decoroso sia qui la legge per l’ospite. Quegli, però, che con maligna premeditazione violi la legge aurea dell’urbanità, tema che il sorvegliante adirato gli abbruci i santi contrassegni dell’amicizia ospitale ».3 Due finestre aprivano la vista sugli adiacenti liberi fondi di caccia, che col loro stato naturale facevano un contrasto efficacissimo alla parte così riccamente adornata. La terza parte della villa consisteva in un gran parco di animali: prati, fondi vallivi, colline boscose riunivano tutte le bellezze di un paesaggio naturale e di una vegetazione meridionale» Corrispondentemente al terreno assai accidentato v’erano qui sparsi padiglioni speciali per struzzi, pavoni e tartarughe, un lago animato da cigni, anitre ed altre bestie acquatiche con due iso- 1 Vedi l’Avviso in Orbaan 223. 2 Questa decorazione è conservata, anche se fortemente deperita. 3 II testo esatto dell’iscrizione, data già in modo inesatto dal Manilli (159} e ancora recentemente dal Gothein (I 350), e scomparsa nel 1848, è in Vicchi 288, il quale rifiuta l’opinione, che già allora la villa fosse aperta alla visita pubblica. Questa opinione è stata ripresa recentemente dal Maes (La questione-di Villa Borghese, Roma 1885). Cfr. anche II diritto del popolo Romano sulla, Villa Borghese, Roma 1885. I documenti qui pubblicati stanno in favore dell’opinione del Maes. Che ai forestieri, anche esteri, da principio fosse permesso l’ingresso, è sicuro. Ma essendosi uno del Nord scandalizzato di certe pitture che ivi si trovavano, Paolo V tolse il permesso di visita del Casino. Di ciò il Recordati dà notizia l’8 dicembre 1612 in questi termini; « * De ordini santissimi s’è dato ordine al guardarobba di Borghese che non mostri più il casino di Borghese a persona veruna, perchè un Fiamingo ch’ha veduto certe pittura dentro un puoco lascive, onde ha detto cose da fuoco, che resapute dal Papa, ha dato questa commissione ». Archivio Gonzaga in Mantova.