373 è per noi tanto più grave che qui, a Venezia, eli’ è benissimo intesa sulla scena dal fratello, dall’ amante, dalla rivale, ma il pubblico non ne capisce niente, ed altro non vede che un alzare e un allargare di braccia, eh’ esprimono ogni sentimento, ogni pensiero, ma nessuno di quegli atti caratteristici, e tanto significativi, con cui la natura adempie nei muti il difetto della parola. Della poesia non accade discorrere: ella è del Rossi, ognuno conosce già il genere. V’ebbe per altro chi sostenne che la diversa misura delle righe, che altrove sarebbe indizio di versi, qui siasi lasciata in balia del proto; ma la cosa nou è vera : noi ne abbiamo coniato le sillabe, e possiamo assicurare eh’ ei son versi davvero, alla lor foggia. 11 libretto è la quintessenza del romanticismo : salici piangenti, tempietti, un muro rovinoso e basso, monumenti gotici, cimiterii e feste, cori di solitarii e danze, notte e campane, tutto v’ è compreso, e solo che si potessero tirar dentro quattro o cinque minuti di una L’iona burrasca, o due dita di apparizioni, avremmo allora 1’ ultima perfezione del genere. Tu/i queste felici situazioni non seppero per altro accendere se non se debolmente la placida musa del maestro Pavesi. Egli ne fece una musica tra il discreto e il mediocre, la quale fu accolta con qualche freddezza