Persecuzione dei cattolici in Irlanda. 481 dell’ultima guerra civile. Ora, per far fronte ad una rivolta, le forze del viceré, 880 soldati a piedi e 234 a cavallo, erano veramente troppo modeste.1 Pertanto il Chichester pensò a raggiungere il suo scopo con mezzi più miti. Il 3 giugno 1603 egli scrisse al Regio Consiglio secreto in Inghilterra, esser difficile spuntarla con gl’irlandesi di età e benestanti; doversi tentare colla gioventù e colle classi inferiori. L’educazione della gioventù offrire la prospettiva maggiore di riuscita.2 Date queste circostanze, anche il Regio Consiglio in Inghilterra non si mostrò d’accordo colle misure coercitive adoperate. Il 3 luglio 1606 esso invitò il Consiglio d’Irlanda a giustificarsi per il suo procedere illegale. La risposta, seguita dopo lungo indugio finalmente al 1° dicembre, è un tessuto di sofismi e caratterizza l’imbarazzo in cui gli uomini di governo irlandesi si vedevano posti.3 In Inghilterra i magistrati furono richiesti di un parere su questo documento, parere che riuscì favorevole per il governo irlandese. Ma ciononostante non si osò in Irlanda spingersi avanti sul cammino iniziato. Nello stesso giorno in cui il Consiglio segreto irlandese concludeva la sua giustificazione, il Chichester esponeva altresì in una lettera particolare al Salisbury la stia opinione propria, e sconsigliava di nuovo da misure violente; si doveva attendere il miglioramento delle condizioni dall’istruzione della gioventù. In seguito a un ricorso di Lord Buttevant sui procedimenti nel Munster il Consiglio segreto inglese raccomandò in data 26 luglio 1607 un trattamento più mite dei cattolici locali.4 Precisamente nel Munster, ove il potere era nelle mani del nemico deciso dei cattolici Enrico Brouncker, la persecuzione era, nonostante tutte le raccomandazioni di mitezza, assai aspra. Giorno e notte, secondo quel che scriveva nel 1606 Giacomo White al Baronio,5 si perseguitavano i sacerdoti. Uno di essi, che al momento dell’arresto aveva fatto conoscere la sua qualità, venne impiccato immediatamente, tre altri imprigionati furono ugualmente messi a morte perchè ritenuti sacerdoti. I laici erano condotti all’estremo della povertà dalle multe e dagli imprigionamenti. Il giuramento di fedeltà, richiesto anche in Irlanda, dette 1 Garihner I 396. 2 Ivi. 3 Ivi 396-398. Vi si negava addirittura, che il comando di visitare le chiese facesse correre ai cattolici il pericolo di divenire ipocriti. Si diceva esser pure evidente, che la frequenza delle chiese era prescritta dalla legge divina, poiché sarebbe stato impossibile ammettere che il Parlamento prescrivesse qualcosa di contrario alla legge diviua, e così via. 4 Gardinbr I 398 s. * Beli.esheim, Irland II 278. Pastok, Storia dei Papi, XII. 31