656 Paolo V. 1605-1621. Capitolo X I. come elementi fondamentali di una decorazione principesca, sfarzosa. Marcello Provenzale gli forni mosaici, fra cui il ritratto dello zio.1 Oltre ad antichità cristiane 2 e classiche, il cardinale si procurò soprattutto quadri di valore, dimodoché la sua galleria poteva gareggiare con quella dell’imperatore Rodolfo II. Yi si trovavano lavori di maestri di prim’ordine. Grande fu la gioia del prelato amatore d’arte, allorché nel 1608 gli riuscì di aggregare alla sua collezione la « Deposizione » dipinta dall’Urbinate venti-cinquenne per Atalanta Baglioni in S. Francesco a Perugia.3 Questo quadro formò d’allora in poi il gioiello della sua galleria. Si ammirava in questa anche un « S. Giovanni », di Raffaello, una Madonna di Fra Bartolomeo, la « Sibilla cumana », e la « Caccia di Diana » del Domenichino, 1’« Incendio di Troia » del Barocci, una « Roma » del D’Arpino, una « Nascita di Cristo » del Salviati, una « Giuditta » del Baglione, un « David colla testa di Golia » del Caravaggio, la «Venere giacente» del Tiziano, inoltre quadri del Cigoli, di Lavinio Fontana, del Pordenone, di Paolo Veronese, del Passignano e del Bril. Nel suo entusiasmo per l’arte, il collezionista non considerò che rappresentazioni di Venere si addicevano poco alle stanze di un cardinale. Colla libertà di un uomo della Rinascenza, Scipione Borghese ammirava le scene mitologiche prese dall’antichità. Di sculture moderne la sua collezione aveva opere di Cordier, Berthelot, Prospero Bresciano, Guidotti e del giovane Bernini. Viene menzionata anche un’opera di Michelangelo.4 Il cardinale ripartì questi tesori, ch’egli mostrava volentieri a visitatori eminenti, come nel 1613 all’ambasciatore imperiale,5 fra i suoi palazzi romani; una gran parte ne ripose anche nella sua 1 Vedi Baglione 350. Il ritratto in mosaico di Paolo V è conservato nella Galleria Borghese; esso ha l’iscrizione: « Paulus P. M. A. 1621». 2 Vedi Bosio, Roma sotterranea 287. 3 Sulla maniera singolare oggi per noi incomprensibile, colla quale procedette in proposito il Borghese, spinto dalla sua passione di collezionista, vedi J. Sauer, Wie Raffaels « Grablegung » in den Besitz der Borghese barn, Roma 1924. 4 Liste in Orbaan 110-115. Cfr. anche Venturi, Note sulla Galleria Borghese, in L'Arte XII (1909) 31 ss. La poesia menzionata dalTOrbaan, però, non è del Fantuzzi, ma di Scipione Francucci: * La galleria del ili. Scipione card. Borghese cantata 1613 (Borghese IV-102, Archivio segreto pontificio, esemplare originale). Il Venturi ne menziona una stampa, Arezzo 1647. Nella descrizione del Manii.li (60 ss.; vedi sotto p. 637, n. 7) rimane incerto, che cosa sia stato acquistato dai Borghese dopo la morte di Scipione. Compere di statue sono annunciate dagli Avvisi in Orbaan 90, 155, 190. Nonostante l’attività collezionistica del Borghese, numerose antichità seguitarono ad andar fuori come prima, specialmente a Firenze; vedi Bertolotti, Esportazioni di oggetti di belle arti nella Toscana, in Riv. Europea 1877, II 717 ss. 5 Vedi Orbaan 207.