Discussioni sul braccio della basilica da costruirsi ancora. 609 Nel maggio 1607 si trovò il corpo di Leone il grande, quindi anche i resti di Leone II, III e IV, che erano posti in uno splendido sarcofago marmoreo. Il 30 maggio Paolo V si recò a venerare le reliquie dei suoi santi predecessori.1 Frattanto anche le discussioni della congregazione cardinalizia sul compimento della nuova fabbrica erano giunte a conclusione. Esse avevano durato quasi due anni.2 La cosa non può far meraviglia, perchè v’erano da risolvere questioni difficilissime, quali il collegamento della nuova facciata col palazzo Vaticano, la sistemazione della facciata e della Loggia della benedizione; e le opinioni in proposito erano assai differenti. Gli uni pensavano che, osservando rigorosamente i piani di Bramante e di Michelangelo, la facciata dovesse andare unita immediatamente alla nuova costruzione. Gli altri invece patrocinavano l’aggiunta di un braccio longitudinale, alla pianta centrale. Quasi tutti gli architetti eminenti, di cui allora disponeva l’Italia, furono invitati a presentare progetti; in prima linea, naturalmente, Flaminio Ponzio, Carlo Maderno e Giovanni Fontana, quindi Girolamo Bainaldi, Niccolò Braconio, Ottavio Turriani, che risiedevano tutti in Roma. Di quelli di fuori si fece appello a Domenico Fontana in Napoli, a Giovanni Antonio Dosio, al pittore Lodovico Cigoli in Firenze, e a molti altri ancora.3 Al tempo di Gregorio XIII Tiberio Alfarano aveva consigliato l’aggiunta di un braccio longitudinale. Ancora sotto Sisto V Domenico Fontana aveva disegnato per questo un piano, secondo il quale doveva costruirsi semplicemente nella larghezza fra i pilastri della cupola un braccio longitudinale a tre navate, che sarebbe stato come un vestibolo della costruzione a pianta centrale. Il Fontana manteneva ancora la facciata di Michelangelo.4 Quando, però, sotto Clemente Vili nel 1595 fu consacrato l’altar maggiore, il cerimoniere papale Giovanni Paolo Mucanzio osservò, che la costruzione a pianta centrale disegnata da Bramante e da Michelangelo si allontanava troppo dallo schema anteriore di chiesa, che doveva simboleggiare il corpo del Crocefisso, e non sembrava adatta a celebrare le solennità ecclesiastiche.5 Per l’al- 1 Vedi Mignanti II 64 s.; Orbaan, Abbruch 59 s.; Documenti 81. 2 Vedi Grimaldi in Ehble, Veduta Maggi-31 ascardi 10 n. 5. 3 Vedi ivi. Il piano del Cigoli per la facciata è pubblicato in I disegni d. Galleria degli Uffizi 2a serie, Portafoglio 1, Firenze 1913, tav. 4; un impiccoli-mento di esso in Muñoz, Boma barocca 52. 1 II piano di D. Fontana è conservato nella raccolta di disegni degli Uffizi, e riprodotto in Bonanni, Historia, tav. 27, p. 103. Cfr. WÒlfflin, Benaissance u. Barock, 4a ediz. di H. Rose, Monaco 1926, 313 s. 5 Vedi Cerrati, Tib. Alpharani de basii. Vatic. structura liber 24, n. 2. Sulla concezione simbolica medievale, rifiorita allora in seguito allo studio Pastor, Storia dei Papi, XII, 39