Condizione dei cattolici nell’Olanda. 413 ma rimangono indisturbati se non attirano l’attenzione su di sè, per la qual cosa vestono da secolari s.1 Data questa situazione, il pontefice, allorché nel 1614 il vicario apostolico per gli ecclesiastici cattolici di tutte le sette provincie, Sasbold Vosmeer, morì e fu sostituito da Filippo Rovenio,2 potè sperare che i cattolici si sosterrebbero nei Paesi Bassi. Questa aspettativa era tanto più giustificata, in quanto non sembrava ci fosse da temere una persecuzione di rilievo da parte del Reggente, Maurizio di Orange, assai moderato in fatto di religione, se non indifferente.3 Le condizioni erano assai diverse nelle singole provincie. Là dove, come in Seelandia, i cattolici si erano ridotti ai minimi termini, la eura pastorale offriva grandi difficoltà. Nessun prete cattolico poteva dimorare stabilmente in Seelandia. Nella contea di Olanda e in Utrecht, che contavano ancora una fitta popolazione cattolica, le leggi penali venivano applicate con mitezza, e il numero degli ecclesiastici cattolici era discretamente grande.4 Poiché tutti i beni ecclesiastici erano stati rapiti, i cattolici olandesi dovevano pagar da sè stessi i loro preti, circa 200;5 i missionari stranieri - Gesuiti, Francescani6 e Domenicani - erano mantenuti dall’estero. A fianco di questi missionari stava il magnanimo Nicolò Wiggers, che dal tempo di Gregorio XIII aveva percorso ripetutamente Seelandia, Olanda e Frisia, per fortificare nella loro fede i cattolici dispersi, e che, anche dopo essere entrato negli Osservanti a Colonia nel 1603, non dimenticò i suoi compatrioti oppressi. A Colonia, ove anche il Vicario Apostolico si vedeva costretto a risiedere, venne fondato un seminario per la educazione degli ecclesiastici cattolici dei Paesi Bassi, e mantenuto dai cattolici neerlandesi.7 La Santa Sede annetteva grande importanza 1 Vedi Archiv f. Kulturgesch. I (1903) 421. Cfr. anche l’istruzione del 1615 per Gesualdo in Cauciiie-Maeke, Becueil 46, e la relazione veneziana del 1618 nelle Relaz. Venez. ed. Blok 122. 2 Vedi v. Lommel néti.'Archief v. d. geschied. v. h. aartsbisd. Utrecht IV 32 s., XIV 120 s., 360 s., XX 353 s. Cfr. W. L. Kuif e J. de Jong ivi L 410 s. Il Rovenio divenne solo negli ultimi anni di Paolo V arcivescovo titolare di Filippi; vedi C. Friedrich nella Zeìtschr. f. Missionswiss. XI (1921) 134. 3 Vedi Blok IV 143. 4 Vedi Bentivoglio, Relationi 152 s. 6 Vedi la Relatio del Rovenio del 1622 nell'Archief v. h. aartsbisd. Utrecht XX 354. 6 In un * Breve a « Ioh. Heynus, commiss. gen. ord. min. de observ. in Belgio » del 20 novembre 1607 Paolo V loda i suoi consigli per la restaurazione cattolica « apud Batavos ». Épist. Ili 283, Archivio segreto pontificio. 7 Vedi Bentivoglio, Relationi 153 e Archief v. h. aartsbisd. Utrecht XX 355. Cfr. Fr. Dusseldorpii Annales, ed. Frtjin (1893) 321 s., 397, 441, 469; Bijdrag. v. d. geschied. v. h. bisd. Haarlem I (1873) 435 s., Vili (1880) 1 s.