I] legato Millini a Praga. attese la risposta di Paolo V. Questa diceva, che il papa e la Congregazione germanica ritenevano senza fondamento i dubbi dell’imperatore, e che pertanto egli doveva recarsi assolutamente a Praga.1 In seguito a ciò il cardinale partì immediatamente con un piccolo seguito, e già la sera del 9 luglio era a Praga.2 L’imperatore, sempre più declinante di corpo e di spirito,3 dette a divedere chiaramente il suo malcontento per la venuta del legato, tardando tre giorni a ricevere in udienza il rappresentante del papa; egli sarebbe stato assai felice di non riceverlo affatto. Quando finalmente, nel pomeriggio del 12 luglio, concesse l’udienza, 10 fece il meno graziosamente possibile, andando incontro al cardinale legato appena- fino alla metà della sala d’udienza. Quelli che si trovavano nell’anticamera Adderò come l’imperatore, scoprendosi per salutare, inclinò solo lievemente il capo, mentre 11 Millini gli faceva un inchino profondissimo.4 L’udienza durò appena un quarto d’ora. Il compito del legato, che si trovava a fare da mentore sgradito, era solo apparentemente facilitato dal compromesso tra i due fratelli nemici, del quale il Millini aveva saputo sulla via di Praga. Il trattato di Lieben, infatti, aveva bensì scongiurato il pericolo di una guerra aperta fra Rodolfo II e Mattia, ma non era il 31 maggio a Bologna (egli scriveva di là: « Io ho risoluto di menar meco in Germania con licenza del suo generale p. Baldassare Bolognetti dell’ord. de Servi, padre di molte lettere et integrità », apprezzato anche dal papa), il 4 giugno a Mantova, il 9 giugno a Trento. 1 Vedi la prescrizione del 21 giugno in Pieper loc. cit. 265 n. 2. Il Breve qui ricordato a Rodolfo II del 21 giugno 1608 («necessario progrediendum ulterius legat. apost. cum iam Oenipontem pervenerit nec amplius esse locum revocationis ») nelle Epist. IV 16, Archivio segreto pontificio. L’* Avviso del 18 giugno 1608, Biblioteca Vaticana, annuncia l’adunanza della Congregazione germanica. 2 II 28 giugno 1608 il Millini scrive da «Ala» (Hall presso Innsbruck), ove s’imbarcava sull’Inn; vedi Borghese II 154, Archivio segreto pontificio. Sull’arrivo a Praga vedi Stieve VI 434 n. 2, ove tuttavia non si accenna alla relazione di Gaspare Paluzzi da Praga in data 14 luglio 1609, pubblicata nel Saggiatore III, 5 (1846), 140. 3 * « Attende alla alchemia più che mai, riferisce il Mander, di giorno in giorno va calando di sanità et crescendo in malinconia »; egli dice di non poter scrivere tutto quanto apprende. Alla fine della sua relazione il Mander descrive con i colori più oscuri la decadenza spirituale e fìsica dell’imperatore. Borghese I 28, Archivio segreto pontificio. 1 Vedi le relazioni in Stieve VI 434 s., 439. Sulla contrarietà dell’imperatore a dare udienza al Millini, e sullo stato pietoso della corte riferisce il legato nella sua prima lettera al card. Borghese del 14 luglio 1608 (Borghese II 163, P- H, Archivio segreto pontificio). Seguono a questa (p. 7 s., P- 9 s., p. 34 s.) tre altre lettere dello stesso giorno, delle quali il Gindely 1Rudolf li voi. I 252 s.) utilizzò solo quella riguardante l’elezione del re secondo una copia dell’A rchivio di Simancas; fu poi il Pieper (loc. cit. 275) a dare i passi principali delle altre lettere. Pastor, Storia dei Papi, XII. 34