39 ti auguri! c benedizioni, altro non vede che pie fronti ridenti, un umile far di berretta, un’ espansione in somma, anzi un traboccamento d’a-inore universale ; tanto che non sono per nulla maravigliato, che la gente, siccome buona filosofa eh’ ella è, porga per le vie i piatti del peltro a’viandanti, o presenti, per le botteghe, i salvadanai, ragionando sugli effetti probabili della Commozione delle persone ; giacché se per una parte coll’ anno nuovo sorgono i fraterni e teneri sentimenti, hanno pure origine dall’altra i magnifici e generosi. Taluno si crederà forse in tutto l’anno abbandonato dal mondo, e piangerà sulla triste sua solitudine ; ma già arriva il nuov’ anno, e ben allora ei s’accorge quale schiera di persone infinita sieno tenere del fatto suo. Dal primo istante, in cui il sonno gli è rotto dalle pubbliche e generali congratulazioni, con cui gli organetti delle contrade salutano l’alba di si bel giorno, i gangheri della sua porta non resteranno un istante, per dar luogo alla furia delle particolari e private che moveran da ogni parte. Incominceranno gl’innocenti della famiglia con 1’ usato sonetto, il quale perchè fatto cent’ anni fa, e mandato da loro a memoria, Dio sa con quanta perdita di pazienza e di fiato del pedagogo! non lascia per questo d’estere la sincera espressione de’ lor sentimenti.